Scanno

Il mistero degli orsetti senza vita in acqua, ora si indaga sulle cause

Le due carcasse di orso galleggiano nell’invaso con le rane senza vita

8 Maggio 2025

Con i due plantigradi galleggiano anche le carcasse di numerose rane, inchiesta della Procura di Sulmona. Non sono i cuccioli di Amarena. Il direttore del Parco, Sammarone: «Non è chiaro come siano entrati»

SCANNO. Sono stati trovati ieri mattina i corpi senza vita di due orsi all’interno dell’invaso di innevamento artificiale, in località Colle Rotondo, nel Comune di Scanno, fuori dal territorio del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Gli orsi recuperati sono due maschi dello scorso anno. Al momento sono ancora incerte le cause del decesso: è giallo. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, i due piccoli orsi sono morti annegati in un lago artificiale che si trova non poco lontano dalla ex stazione sciistica oggi dismessa. Si tratta di un laghetto artificiale caratterizzato dal fatto che sul fondo c’è del materiale plastico, in particolare dei teli di plastica.

Il laghetto è anche recintato, ma questo non è un ostacolo per gli orsi. A segnalare la presenza delle carcasse dei due cuccioli di plantigrado e di altre dieci carcasse di rane è stato un cittadino di Scanno che ha notato i corpi senza vita degli animali e ha segnalato il caso ai carabinieri. Sul posto sono quindi intervenuti i carabinieri forestali di Sulmona e dell’Aquila, il personale del servizio veterinario Asl per i primi accertamenti, guardiaparco e tecnici del Parco. Le carcasse degli animali sono state sottoposte a sequestro e saranno trasferite nell’Istituto Zooprofilattico di Teramo per gli accertamenti necroscopici e tossicologici necessari a chiarire le cause del decesso e se la morte è dipesa solo dall’annegamento. Gli inquirenti infatti vogliono chiarire ogni aspetto.

Per questo si sta valutando l’analisi anche delle acque dell’invaso che sarà svuotato nelle prossime ore e sul quale sono in corso ulteriori accertamenti, disposti dalla procura della repubblica di Sulmona che ha aperto un fascicolo sul caso, al momento contro ignoti. Le attenzioni della procura si stanno concentrando, tra le altre cose, anche sullo stato dell’invaso e sulle operazioni di messa in sicurezza effettuate. L’invaso artificiale di innevamento di Scanno era già stato oggetto di interventi di messa in sicurezza da parte dell’Associazione Salviamo l’Orso nel 2021, attraverso l’installazione di quattro griglie metalliche poggiate sulle sponde dell’invaso, scivolose a causa dei teli in plastica. Le stesse, però, erano state distrutte dal peso della neve e del ghiaccio che in inverno ricopre l’invaso.

«Al momento non abbiamo avuto indicazioni precise ma siamo a completa disposizione», afferma il sindaco di Scanno, Giovanni Mastrogiovanni. Con l’eventuale analisi delle acque si vuole infatti escludere la presenza di fattori esterni. Esclusa l’ipotesi che siano gli orsacchiotti orfani di Amarena. La conferma è arrivata dal Direttore del Pnalm, Luciano Sammarone. «Siamo certi che la causa del decesso è per annegamento. Quello che possiamo affermare è che non sono i cuccioli di Amarena che è morta nel 2023. Questo non cambia le cose. Resta da capire come siano entrati nella struttura», osserva Sammarone.

«Avere la responsabilità significa anche poter agire senza se e senza ma per la conservazione degli habitat e della fauna. Essendo l’orso bruno marsicano una specie a rischio d’estinzione, questo dovrebbe generare in ogni Istituzione coinvolta un senso di forte priorità sulle azioni da fare e sulle risorse da investire. Ad oggi, purtroppo, questo non è così scontato», fa notare Giovanni Cannata, presidente dell’ente. Secondo le stime più recenti, la popolazione conta tra 60 e 70 individui, con una variabilità genetica estremamente ridotta e una distribuzione territoriale frammentata. Cinque le femmine di orso bruno marsicano avvistate con cuccioli, per un totale di dieci nuovi nati nel 2024, nove dei quali sopravvissuti fino all’autunno.

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