Carriole, i timori di monsignor Molinari "Sono al centro di interessi politici"

L’arcivescovo: «Sono al centro di interessi politici». Deluso il presule «E’ mai possibile che anche a Pasqua ci si organizzi per rimuovere le macerie?»

L’AQUILA. L’arcivescovo Giuseppe Molinari lancia l’allarme sul popolo delle carriole. «Sembra che ci sia qualcuno molto interessato alle “carriolate”», ha detto il presule in una cerimonia in Vaticano, «perché vuole creare dal punto di vista politico un gruppo che abbia autorità nella ricostruzione». Insomma una mezza «scomunica».

LA PREOCCUPAZIONE. Monsignor Giuseppe Molinari, infatti, ha partecipato ieri alla presentazione della mostra «La memoria e la speranza sugli arredi liturgici da salvare in Abruzzo», che si apre stamani nei Musei Vaticani.

Le «carriolate», secondo il prelato che non nasconde le sue preoccupazioni anche a costo di avviare una polemica a ridosso della Pasqua e delle celebrazioni del 6 aprile, sarebbero quindi al centro di strumentalizzazioni soprattutto politiche. «Qualcuno è molto interessato a queste manifestazioni per poter entrare poi nella cabina di regia delle attività di rimozione delle macerie e di ricostruzione», ha percisato l’arcivescovo evidenziando come invece all’inizio «le carriolate erano un gesto per richiamare l’attenzione sulla realtà aquilana».

Poi però sono subentrate le polemiche. «Alcuni hanno insistito nell’aizzare la gente contro queste dimostrazioni ma sono le stesse persone che il giorno dopo si sono iscritte all’albo dei fornitori di carriole», ha spiegato con una battuta l’alto prelato. Anche il vescovo ausiliare Giovanni D’Ercole, unendosi al popolo delle carriole, ha suscitato dure reazioni da parte di alcuni cittadini che lo hanno anche fischiato ma ha ricevuto anche anche applausi. «Ma lui ha sentito l’esigenza di stare in mezzo alla gente, di dimostrare la vicinanza della Chiesa agli aquilani. Però molti non lo hanno capito», ha commentato Molinari. I più oltranzisti del popolo delle carriole hanno motivato i fischi a D’Ercole manifestando il timore che la Chiesa si appropri di una iniziativa che appartiene a loro e alla gente.

Ma l’arcivescovo ha detto anche altro. «Proprio ieri è venuto da me un amico» ha aggiunto «che ha anche un posto di responsabilità in città, e mi ha detto di essere preoccupato perché ha sentito dire che il giorno di Pasqua vogliono fare i turni per togliere le macerie. Ma non è possibile, almeno la Pasqua ce la lascino libera! Ogni tanto succedono degli episodi poco simpatici ed io non ho paura di dire che spesso ci sono delle strumentalizzazioni di gruppi che vengono da fuori e che non hanno niente a che fare con L’Aquila vera».

RICOSTRUZIONE. Il prelato è comunque ottimista sulla ricostruzione. «Le cose da fare sono tantissime» ha detto «ma bisogna guardare anche al bicchiere mezzo pieno. Ad un anno dal sisma sono abbastanza ottimista sulla ricostruzione della città». Parlando delle aspettative degli aquilani l’arcivescovo ha spiegato che «c’é chi ha più speranza, chi ha più pazienza, chi vede le cose positive fatte e chi invece si fissa nel vedere il bicchiere mezzo vuoto. Tuttavia c’è un insieme di cose buone da tener presente e per le quali ringraziare chi ci ha aiutato».

IL SEQUESTRO. Intanto il magistrato ha convalidato il sequestro delle carriole fatto domenica scorsa dalla polizia. Comunque ci saranno dei ricorsi contro questo provevdimento. «Stiamo valutando che tipo di azione legale intraprendere» dicono alcuni tra coloro che sono stati identificati dalla Digos, «e dopo avere sentito i nostri avvocati ci muoveremo perchè riteniamo che sia stata fatta una ingiustizia».

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