Casa dello studente, prima udienza

Gli undici imputati per omicidio colposo davanti al giudice il 28 maggio

L’AQUILA. L’udienza preliminare per il crollo della Casa dello studente, inchiesta simbolo del dopo terremoto, si terrà il 28 maggio. Undici gli imputati che compariranno davanti al gup. La data è ancora lontana ma tra difesa e parti civili è già aria di scontro.
In realtà le persone coinvolte nell’inchiesta sulla Casa dello studente erano inizialmente 15, ma 4, essendo decedute da anni, non possono certo essere chiamate in causa per un giudizio penale. I loro eredi, dunque, risponderanno solo per ipotetici risarcimenti di danni in sede civile.

I capi di imputazione per il crollo della Casa dello studente sono omicidio colposo e disastro colposo. Contestate anche le lesioni per via di una ventina di giovani che sono rimasti sotto le macerie ma si sono salvati riportando, però, gravi traumi fisici e psicologici.
Sotto accusa, dunque, costruttori, progettisti e dirigenti dell’azienda per il diritto allo studio. Si tratta di Claudio Botta di 90 anni, che realizzò e progettò l’edificio nel 1965; Walter Navarra (63), Domenico Bernardino Pace (53), Carlo Giovani (43), Pietro Centofanti (50), Tancredi Rossicone (53), Massimiliano Andreassi (41), Giorgio Gaudiano, progettisti e ingegneri che si sono occupati dei restauri. E, infine, Luca Valente (48), e Luca D’Innocenzo (35), dirigenti dell’Adsu, Pietro Sebastiani (50) collaudatore. La perizia dei consulenti nominati dalla Procura ha evidenziato presunte responsabilità umane nella realizzazione e nella gestione della struttura, costruita nel 1965 e intorno agli anni 1980 diventata di proprietà della Regione Abruzzo, che vi insediò, per l’appunto la Casa dello studente. Di lì la richiesta che verrà vagliata dal gup.

Doloroso ma inevitabile ricordare i giovani che sono rimasti uccisi sotto le macerie: Marco Alviani, Luciana Capuano, Davide Centofanti, Angela Cruciano, Alessio Di Simone, Francesco Esposito, Luca Lunari e Hussein Hamade detto Michelone.
Ma i processo sui crolli, se si faranno, verranno celebrati all’Aquila? Tutto è possibile ma è certo che alcuni tra i difensori degli imputati di questa e altre vicende, stanno valutando l’ipotesi (già manifestata dall’avvocato Attilio Cecchini in una intervista al nostro giornale) di chiedere alla Cassazione il trasferimento, dei processi in altra sede per «legitima suspicione», cosa possibile quando sia provato il sospetto che chi deve valutare gli atti possa non avere la giusta serenità nel giudicare.

«I fatti relativi all’inchiesta dei crolli del 6 aprile si sono svolti all’Aquila e vogliamo che sia il foro dell’Aquila a lavorarci». Con questa valutazione, la portavoce del Comitato familiari delle vittime della Casa dello studente, Antonietta Centofanti, si è detta contraria alla possibilità di un eventuale trasferimento dell’inchiesta. Secondo la Centofanti, che ha anche elogiato i pm aquilani per la celerità, «qualora gli atti venissero trasferiti altrove il nostro comitato si mobiliterà anche lì».