Caserma Campomizzi, nuovi indagati

L’accusa è di subappalto irregolare per la trasformazione della struttura in residenza per studenti
L’AQUILA. Si allarga al reato di subappalto irregolare l’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Stefano Gallo, sulla gara per i lavori di trasformazione della caserma Campomizzi in residenza post-sisma per studenti universitari.
Un’inchiesta che il prossimo 11 novembre vedrà 12 imputati chiamati a comparire nell’udienza preliminare, nella quale si deciderà in merito alla richiesta di rinvio a giudizio presentata dal pubblico ministero. Secondo l’accusa, la gara sarebbe stata «falsata nella sua interezza» attraverso «collusioni e mezzi fraudolenti», aggiudicandola a una ditta, la “Marinelli ed Equizi srl”, «già altrimenti scelta al di fuori delle procedure di gara» e «che ne subappaltava parte all’impresa dei fratelli Barattelli utilizzando infine fatture emesse dalla Vittorini costruzioni per operazioni non da questa effettuate». Fin qui le ipotesi di reato erano turbativa d’asta, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, abuso d’ufficio, reiterate falsità ideologiche commesse da pubblici ufficiali e da privati ed emissione o utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per 600mila euro. Un primo filone d’inchiesta – che vede coinvolti, tra gli altri, oltre ai titolari delle ditte citate, anche Giovanni Guglielmi e Giancarlo Santariga, all’epoca rispettivamente provveditore interregionale alle Opere pubbliche e provveditore aggiunto alle Opere pubbliche per l’Abruzzo – ora più ampio. Si è aggiunto, infatti, un ulteriore capo di imputazione che riguarda altri 23 indagati, previsto dall’articolo 21 della legge 646 del 1982 che punisce «chiunque, avendo in appalto opere riguardanti la pubblica amministrazione, concede in subappalto o a cottimo, in tutto o in parte, le opere stesse, senza l’autorizzazione della autorità competente». Tra i 23 indagati, diversi imprenditori e titolari di ditte artigianali.