Cavalieri (Policentrica): sì all’Urban center

L’AQUILA. «Chiediamo un urban center per la ricostruzione partecipata». Lo sostiene, in una nota, il professor Walter Cavalieri. «“Spesso tra ’l palazzo e la piazza», scriveva Francesco Guicciardini,...

L’AQUILA. «Chiediamo un urban center per la ricostruzione partecipata». Lo sostiene, in una nota, il professor Walter Cavalieri.

«“Spesso tra ’l palazzo e la piazza», scriveva Francesco Guicciardini, «è una nebbia sì folta, o un muro sì grosso, che non vi penetrando l’occhio delli uomini, tanto sa el popolo di quello che fa chi governa, o della ragione perché lo fa, quanto delle cose che fanno in India”».

«Ecco, questo è uno dei maggiori problemi che si pongono alla nostra Città negli anni della ricostruzione: accorciare le distanze tra il Palazzo e la Piazza. Innanzitutto in termini di informazione e di trasparenza, terreno sul quale si è sviluppata da mesi l’iniziativa politica dell’Assemblea cittadina e dei consiglieri di Appello per L’Aquila Ettore Di Cesare e dell’Aquila Che Vogliamo Vincenzo Vittorini».

«Ma mancano ancora i passaggi ulteriori dall’informazione alla partecipazione, e dalla partecipazione occasionale alla partecipazione istituzionale. Dinanzi all’immane impegno della ricostruzione, non sembrano infatti avere più efficacia le assemblee spontanee, che peraltro gli studiosi definiscono la meno democratica delle tecniche di consultazione dei cittadini».

«Sembrerebbe che la stessa Amministrazione comunale se ne renda conto, dal momento che nel proprio Piano strategico ha espresso ripetutamente la volontà di creare una Casa della Città o Urban Center che dir si voglia. C’è da dire tuttavia che tra i molti modelli possibili di Urban Center è auspicabile che si scelga quello maggiormente vincolante per l’Amministrazione, senza nulla togliere alle sue prerogative, elevando a sistema il limitato seppur interessante esperimento dei question time e del bilancio partecipato».

«Appare evidente che dopo 4 anni dal sisma la città ha bisogno di un organismo permanente che permetta di avviare un autentico e ampio processo di pianificazione partecipata, che contrasti fra l’altro ogni tentazione di urbanistica contrattata. Un organismo nel quale sia possibile, per esempio, discutere alla luce del sole il destino dell’ex-Sercom o del centro polivalente di Paganica o del complesso di Collemaggio o della destinazione d'uso della De Amicis. Per tutti questi motivi l’associazione Policentrica-onlus sostiene la necessità che al più presto il consiglio comunale adotti per la città un modello di Urban Center che consenta a tutte le componenti sociali ed economiche di condividere e indirizzare le scelte di competenza dell’Amministrazione. A tale scopo Policentrica ha elaborato una proposta e un relativo regolamento che verranno presto presentati alla città».