Centrale del latte, ex gestione nel mirino 

La Procura ha aperto un fascicolo nel quale ipotizza l’impiego illegale di contributi della Regione nel post-sisma

L’AQUILA. La Procura della Repubblica ha avviato un’inchiesta per presunte irregolarità nei confronti della vecchia gestione della Centrale del Latte. Si tratta della nota azienda il cui marchio è stato ceduto ad altra ditta che nulla ha a che spartire con la vecchia avendo anche una diversa veste societaria.
Nel mirino, dunque, i precedenti amministratori e i revisori dei conti, una dozzina di persone in tutto, dopo la segnalazione alla magistratura di presunti illeciti da parte di un socio.
Le indagini sono state fatte dagli uomini della Guardia di Finanza che hanno acceso i fari sull’uso di alcuni fondi regionali che furono chiesti nel 2013.
La Procura ritiene di avere bisogno di altro tempo per concludere le investigazioni per cui ha chiesto al giudice per le indagini preliminari sei mesi di tempo per approfondire il lavoro. L’ipotesi principale è quella della malversazione che punisce chi, «avendo ottenuto dallo Stato o da altro ente pubblico contributi, sovvenzioni o finanziamenti destinati a favorire iniziative dirette alla realizzazione di opere o allo svolgimento di attività di pubblico interesse, non li destina alle finalità previste». Nel mirino ci sono fondi per oltre un milione stanziati dalla Regione per il Consorzio produttori latte della Conca aquilana, una società cooperativa in amministrazione straordinaria. Ora il pm, Simonetta Ciccarelli, ipotizza che una parte di quei soldi non sarebbe stata destinata all’impiego corretto. I fondi erano stati stanziati per sostenere la produzione in seguito ai danni post-sisma. Ipotizzati anche reati di natura societaria. Una vicenda, a scanso di equivoci, che non ha incidenza sulla nuova e sana gestione.
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