Chiesa di Santa Giusta a Bazzano: la facciata torna più bella di prima

Sì è chiusa la prima fase dei lavori durata un anno e mezzo curata dal segretariato Beni culturali Le pietre sono state riposizionate una a una, ripulite e restaurate. Nel 2017 tornerà luogo di culto

L’AQUILA. Il terremoto sembrava aver “rosicchiato” la parte sommitale della facciata duecentesca con il tipico profilo a capanna, come fa un topo con una forma di formaggio. La torre campanaria era crollata quasi completamente e le antiche pietre precipitate sulla gradinata di accesso al portone principale. A puntellarla ci avevano pensato i vigili del fuoco che avevano coperto la preziosa facciata romanica con una gabbia di pali di legno. Così fino al 2014 la chiesa di Santa Giusta a Bazzano era irriconoscibile. È forse anche per questo che oggi, dopo un anno e mezzo di lavori, condotti dal Segretariato regionale ai Beni culturali e costati circa un milione di euro, sembra quasi più bella di prima. Le pietre sono state riposizionate una a una, ripulite e restaurate, i puntelli sono scomparsi. Ne resta solo uno: all’interno del portale. Sparirà al termine del secondo lotto di lavori, nel 2017, quando la chiesa verrà riconsegnata al culto. Intanto, nel cuore di un paese ancora tutto da rifare, quella facciata ha quasi l’aspetto di un miraggio.

Bazzano, la chiesa di Santa Giusta ritorna a nuova vita
La facciata sembrava quasi "rosicchiata", il campanile era crollato e poi le impalcature e i puntellamenti a rendere ancora più dolorosa la ferita lasciata dal sisma del 2009 ad una delle chiese più belle dell'Aquila. Ora, dopo un anno e mezzo di lavori, la facciata della chiesa di Santa Giusta a Bazzano ritorna a regalare emozioni (a cura di Michela Corridore, video di Raniero Pizzi)

FINANZIAMENTI. «Santa Giusta è stata suddivisa in due tranche di finanziamenti», spiega Berardino Di Vincenzo, segretario regionale beni culturali ad interim. «Con il primo lotto è stata ricostruita la facciata, parzialmente crollata, ed è stata riagganciata alla chiesa con un sistema di tiranti; è stata ricostruita la vela campanaria, che era totalmente crollata, e realizzata la parte di copertura indispensabile ai lavori. Con una sorta di anastilosi sono state rimesse in opera le pietre di recupero crollate nel 2009 e accantonate nei giorni successivi al terremoto. È stato consolidato il portale che, tuttavia, presenta ancora un puntello in legno, perché dobbiamo inserire un’ultima struttura metallica di supporto dell’architrave centrale. I lavori sono cominciati nel 2014 e sono andati avanti per un anno e mezzo. Il prossimo cantiere, che contiamo di aprire entro quest’anno, durerà un po’ meno: circa 12 mesi. Nel 2017 la chiesa dovrebbe essere riconsegnata al culto, seppur in un deserto, visto che, in questa zona, non mi pare ci siano altri cantieri attivi. Tutti e due i lotti hanno un costo di un milione. In totale, dunque, il restauro della chiesa è stato finanziato con 2 milioni».

LA FACCIATA. Il lavoro maggiore del primo lotto ha riguardato la facciata romanica, una delle più rappresentative della regione. «Da una ricerca storica delle immagini sappiamo che inizialmente, nella zona della torre campanaria, doveva essere incastrato un orologio, poi tolto», racconta Marcello Marchetti, direttore dei lavori. «All’inizio del Novecento è stato necessario alzare il soffitto per recuperare alcuni affreschi cinquecenteschi ancora oggi visibili nella parete di fondo della chiesa, dove è posto l’altare. Tuttavia, l’attento restauro eseguito nel 1919 dall’architetto Biolchi, soprintendente del ministero della Pubblica istruzione quando ancora non esisteva la Direzione regionale dei Beni paesaggistici e architettonici, lasciava visibile l’indeterminatezza della sommità della struttura, che col tempo ha perso». L’obiettivo del restauro è stato proprio quello di recuperare la forma originaria a capanna della chiesa che non presentava la linearità realizzata successivamente. Sulla facciata è stato mantenuto inoltre un doppio colore delle pietre originarie, dovuto alla diversa esposizione della facciata alle piogge.

L’INTERNO. Attualmente solo metà della chiesa è stata consolidata a livello strutturale (primo lotto), mentre nei prossimi mesi partirà il vero e proprio restauro (secondo lotto), che prevede il trattamento delle superfici murarie, degli affreschi, del pavimento, il riscaldamento e l’impiantistica.

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