Chiodi a Cialente: tutto fermo? E' colpa tua

Dopo le tante accuse ricevute dal sindaco il commissario passa al contrattacco

L'AQUILA. Come previsto la struttura commissariale per la ricostruzione guidata dal presidente della Regione Gianni Chiodi passa al contrattacco e replica punto per punto alle accuse che Cialente nei giorni scorsi ha fatto a destra e a manca ma sempre avendo nel mirino oltre a Chiodi anche l'architetto Gaetano Fontana capo della struttura di missione e il vice commissario per l'emergenza Antonio Cicchetti. Intanto il sindaco continua a sfogliare la margherita: mi dimetto, non mi dimetto.

Chiodi ieri con due note ha detto praticamente a Cialente: invece di fare polemiche ogni giorno sul nulla, pensa a lavorare per la città. Una presa di posizione che arriva alla vigilia della visita all'Aquila del sottosegretario Gianni Letta che domani appunto dovrebbe partecipare al tavolo di coordinamento, creatura di Antonio Cicchetti. L'uscita di Chiodi non promette nulla di buono per il primo cittadino che forse attendeva un Letta pronto a bacchettare la struttura commissariale. Nei piani alti di Palazzo Chigi sta maturando evidentemente l'idea che Cialente sia il vero ostacolo alla ricostruzione dell'Aquila e prima se ne va meglio è.

Il commissario Chiodi ha scritto in replica alle prese di posizione del sindaco. L'inizio sembra conciliante ma la sferzata arriva subito dopo: «Condivido quanto sostenuto in questi giorni dal sindaco dell'Aquila: evitare le mani sulla città. Questa è stata anche, e sempre, la nostra preoccupazione. Ma le mani sulla città possono esserci indipendentemente dal fatto che l'aiuto economico sia sotto forma di contributo o di indennizzo. La richiesta di modifica da contributo ad indennizzo è nata nella mia stanza, portata avanti con l'allora vice Commissario Cialente, ed è stata approvata con intesa generale in sede parlamentare. Per assicurare una ricostruzione il più possibile trasparente e rispettosa delle regole - dice Chiodi - bisogna attivarsi tutti i giorni concretamente, magari rinunciando ad inutili e dannose polemiche. Da parte nostra abbiamo prodotto subito tutti gli atti necessari a garantire la piena correttezza nei processi amministrativi e in quelli di ricostruzione, nell'ambito di rapporti che, con l'indennizzo, si sarebbero svolti tra privati (proprietari) progettisti e costruttori». Chiodi elenca i due più importanti: 1) Le linee guida sulla tracciabilità finanziaria. 2) Il contratto tipo che regola i rapporti tra privato e impresa, con la validazione del progetto da parte dell'impresa stessa e il divieto di varianti in corso d'opera che prevedano aumenti di spesa, e l'obbligo della tracciabilità dei fondi». Il presidente della Regione dopo aver rinnovato l'invito «a tutte le parti in campo ad una collaborazione attiva e fattiva per la rinascita della città dell'Aquila» continua: «Voglio tranquillizzare il sindaco Cialente. Il principio dell'indennizzo è stato condiviso e per quanto mi riguarda non è in discussione. Qualora il Comune dell'Aquila volesse intraprendere la strada dei Piani di ricostruzione è superfluo ricordare che compito del Commissario è l'intesa e che spetta al Comune l'elaborazione, l'approvazione e la gestione degli stessi».
Quest'ultimo passaggio sembra possibilista sui piani di ricostruzione. Quasi a dire: se il Comune li vuole fare tanto meglio. Ma poco dopo sempre Chiodi ha diffuso un'altra nota più dura con Cialente: «Ha celebrato a modo suo il 150º dell'Unità d'Italia, barricandosi a palazzo Margherita, in segno di protesta per una ricostruzione della città ancora ferma. Chissà se Cialente ha avuto modo di riflettere, nel silenzio delle stanze municipali, e fare un po' di autocritica su chi è effettivamente responsabile della situazione». Per il commissario i Piani di ricostruzione sono «obbligo di legge non semplice facoltà. Molti sindaci del cratere hanno avviato con profitto la predisposizione dei Piani, trovando nella Struttura tecnica di Missione un prezioso interlocutore, e sottoscrivendo convenzioni con diverse Università italiane. Tra i Comuni che si sono attivati non c'è quello dell'Aquila. E stiamo parlando del centro storico della città capoluogo alla quale la struttura commissariale ha destinato risorse e sostegni normativi più che sufficienti».

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