Cialente: la classe dirigente manca di strategia unitaria

Dopo il divorzio da Confindustria Teramo e «la mancanza di dialogo per una unica Asl regionale» Il sindaco: bisogna sedersi a tavolino e abbracciare un progetto comune per il territorio

L’AQUILA. «Nel nostro territorio c’è un problema legato alla classe dirigente, che non riesce a centrare l’obiettivo. E questo non fa che indebolirci. Serve una strategia unitaria, che si fa fatica ad individuare». Così il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, a proposito dello scontro a distanza che si è innescato tra L’Aquila e Teramo. L’ultima, in ordine di tempo, è la questione Confindustria, con gli industriali teramani che hanno optato per l’alleanza con Chieti e Pescara, sciogliendo il patto con L’Aquila per la nascita di “Confindustria Gran Sasso”. Quando già l’operazione sembrava conclusa, il cambio repentino di rotta cui l’associazione industriali aquilana ha risposto firmando un protocollo di intesa con i colleghi del Lazio. Ma la difficoltà di dialogo riguarda anche la creazione di due Asl in Abruzzo: l’ipotesi di un’unica azienda sanitaria L’Aquila-Teramo ha suscitato una serie di reazioni a catena, con scontri su reparti, personale, servizi, sedi e primari. Insomma, una vera e propria bagarre. Idem, la fusione delle Camere di commercio. Tra Chieti e Pescara il matrimonio si è consumato da tempo, ma gli enti camerali dell’Aquila e del versante opposto del Gran Sasso ancora non raggiungono l’intesa. «Sulla Asl sarà la politica a decidere, non c’è dubbio», afferma Cialente, «questione diversa è quella delle associazioni di categoria, come Confindustria e Camera di commercio, dove a fare da bilanciere saranno i pezzi forti della classe dirigente abruzzese. Ma un dato è chiaro. Si avverte il problema della mancanza di una visione strategica complessiva che conduca a un’alleanza tra territori omogenei per caratteristiche e peculiarità. L’Aquila e Teramo hanno diverse vocazioni in comune, ma le strategie non si costruiscono a tavolino o sulla carta. Le capacità si misurano sulla progettualità che fa nascere le alleanze. E se L’Aquila da sola non va da nessuna parte, è pur vero che tutte le altre città della nostra regione, da sole, non hanno molta strada da fare». Cialente individua un percorso prioritario: «È necessario riaprire il confronto, sedersi intorno a un tavolino e ridefinire le strategie di sviluppo e crescita del nostro territorio e dell’intero Abruzzo. Abbiamo un grande problema: una classe dirigente che non riesce a individuare i veri obiettivi e naviga a vista, pensando al singolo risultato invece di calarsi in un quadro complessivo in cui ciascun territorio può trovare la quadra. Al momento», incalza il sindaco, «non esiste una classe dirigente in grado di abbracciare un progetto comune. Ognuno tira l’acqua al suo mulino. Solo con un “progetto Abruzzo” e una classe dirigente all’altezza della situazione, possiamo sperare di risollevare le sorti del nostro territorio».(m.p.)

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