Collemaggio, l’Eni paga il restauro

Dopo il no al centro ricerche, l’ente guidato da Scaroni punta sulla basilica

L’AQUILA. L’Eni contribuirà con 5 milioni di euro a ristrutturare la basilica di Santa Maria di Collemaggio.

La notizia è di ieri: con un secco comunicato stampa la multinazionale petrolifera e il Comune dell’Aquila hanno reso noto che l’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni incontrerà il sindaco Massimo Cialente lunedì 27 agosto alle 16, all’interno della basilica di Collemaggio. Lì firmeranno il protocollo d’intesa «Ripartire da Collemaggio».

E siamo a due: due protocolli d’intesa nel giro di tre anni e mezzo che in qualche modo legano la quarta compagnia petrolifera al mondo alla città terremotata. Il primo, fallito per motivi ancora da capire fino in fondo, è quello stipulato con l’università dell’Aquila per la realizzazione di un centro di ricerca che sarebbe dovuto nascere in località Casale Calore, a Coppito, su terreni di proprietà dell’ateneo. In tre anni, però, quel centro di ricerca per il quale Scaroni era disposto a investire 20 milioni di euro, non è mai diventato realtà.

E l’amministratore delegato dell’Eni, stanco delle lungaggini e dei rimbalzi di responsabilità fra gli enti aquilani – che in tanto tempo non sono riusciti a tornare in possesso dei terreni su cui sarebbe dovuta sorgere la struttura e da trasformare in edificabili – ha detto alla fine un secco «no». Terreni sui quali la famiglia Porfirio gestisce un’azienda agricola. Archiviato, dunque, il progetto del centro di ricerca, adesso Cialente ha trovato un compromesso che avrà delle conseguenze tangibili e condivise: la ristrutturazione della basilica di Collemaggio, il centro del Giubileo aquilano e uno dei luoghi simbolo del capoluogo abruzzese, rimasta, fino a questo momento, priva di finanziamenti.

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