«Coraggio, vi rialzerete»

La Merkel con Berlusconi fra gli sfollati di Onna.

ONNA. E’ arrivata poco dopo le 11 nel piccolo eliporto allestito sulla vecchia via del Mulino. Ha percorso in macchina il tratto di strada che passa a fianco al cantiere dove sta sorgendo il villaggio provvisorio di legno e poi è entrata nel borgo distrutto. La cancelliera tedesca Angela Merkel si è fermata per pochi secondi davanti alla lapide che ricorda le 17 vittime dell’eccidio nazista dell’11 giugno del 1944. Ha fatto un gesto semplice. Ma per noi onnesi di grande significato: un inchino appena accennato. Dopo 65 anni è stato il segno di una riconciliazione attesa, anche se mai pretesa. E’ iniziata così la visita della Merkel a Onna, paese simbolo del terremoto del sei aprile. Con la Merkel ieri mattina a Onna c’erano il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, l’ambasciatore tedesco in Italia Michael Steiner, il presidente della Onna Onlus Franco Papola in rappresentanza della popolazione.

La cancelliera passando in via dei Martiri ha visto anche il monumento alle vittime del 1944 che si trova nella villa comunale, circondato oggi da cumuli di macerie. Poi è giunta nel cuore del paese: piazza San Pietro. Ad attenderla un nugolo di giornalisti e fotografi. E una delegazione composta da una trentina di onnesi. Fra di loro c’ero anch’io: un povero terremotato che in pochi secondi ha perso tutto. La prima cosa che la Merkel ha fatto è stata salutare gli uomini della Protezione civile tedesca che dal sei maggio sono a Onna. Sul fondo della piazza c’è una zona dove si è depositato del fango. Il presidente della Onlus le ha fatto notare che passando di lì si sarebbe sporcata le scarpe. Ma lei ha tirato dritto: non c’è problema.

Poi ha salutato gli onnesi. La giovanissima Giada Pezzopane le ha offerto un mazzo di fiori con i colori della bandiera tedesca: il giallo dei girasoli, il nero delle orchidee, il rosso delle rose. Marzia Masiello ha spiegato il valore di quel gesto: fiori come simbolo di speranza e di rapida ricostruzione. Marzia ha chiesto che «i Grandi abbiano sempre massima attenzione per i più deboli, anziani e bambini in particolare». La Merkel ha annuito e poi ha domandato a Giada se vive in tenda. «In una roulotte» ha risposto la giovane onnese. «E hai paura delle scosse?» ha insistito la Merkel. Risposta scontata. Come si fa a non avere paura delle scosse dopo quello che è accaduto tre mesi fa. Alle donne di Onna ha detto: «Dovete essere voi le protagoniste della ricostruzione, fate coraggio ai vostri uomini, non scoraggiatevi mai». Da donna a donne: un bel messaggio.

Mentre il cancelliere si intratteneva con gli onnesi il presidente del consiglio italiano ha stretto mani e rassicurato: «Ricostruiremo le vostre case. A settembre avrete tutti un tetto». Applausi e consensi. Pasquale Pezzopane che il sei aprile ha perso le figlie Benedetta e Susanna ha consegnato al premier una lettera a nome di Carolina, la sorella di Benedetta e Susanna. Una richiesta semplice: «Sento i miei genitori parlare di tanti problemi, persino delle difficoltà di rimuovere le macerie e recuperare i beni materiali che sono soprattutto i ricordi di una vita. Fa che l’attenzione verso di noi resti sempre alta». Berlusconi ha preso la lettera e se l’è messa in tasca. Prima o poi forse la leggerà. La Merkel e Berlusconi hanno avuto dagli onnesi anche altri due doni. Il primo una confezione di fagioli bianchi tondi: il prodotto tipico degli orti irrigati dalle acque del Vera e dell’Aterno molto noto e apprezzato dai buongustai.

Non è stato facile trovarli. La gran parte dei fagioli raccolti lo scorso anno è sotto le macerie. Il secondo dono una piccola pubblicazione: immagini di Onna. Dentro ci sono racconti, foto e dipinti di un paese che non c’è più. Ma forse rinascerà. Almeno quello. La Merkel lo ha ribadito: vi aiuteremo. Il capo del governo tedesco è poi entrato nella chiesa dedicata a San Pietro Apostolo quasi completamente distrutta dal sisma. E’ puntellata. Berlusconi rivolto ai vigili del fuoco ha detto: ma perché spendere tutti questi soldi per puntellare, tanto alla fine bisognerà abbattere e ricostruire. Gelo da parte dei presenti. Concetto ribadito dal premier poco dopo, prima di ripartire verso Coppito. Timidamente un vigile del fuoco ha fatto notare: presidente, ci sono di mezzo i Beni Culturali, non si può abbattere tutto.