È in credito con le società elettriche 

Costituito il Consorzio per le acque dei fiumi

AVEZZANO. Con l'adesione di 24 su 31 Comuni – ben oltre i 3/5 richiesti – il Consorzio imbrifero montano, senza il quale il pagamento del sovracanone da parte delle società elettriche sarebbe...

AVEZZANO. Con l'adesione di 24 su 31 Comuni – ben oltre i 3/5 richiesti – il Consorzio imbrifero montano, senza il quale il pagamento del sovracanone da parte delle società elettriche sarebbe impossibile, si è finalmente costituito.
E nel giro di qualche giorno, una volta eletti presidente e direttivo da parte dell'assemblea dei sindaci, poteva diventare operativo. Purtroppo, a causa di una carenza normativa da parte della Regione, i tempi per avviare trattative con le società elettriche al fine di ottenere quanto da esse dovuto, si allungheranno. L'intoppo è dovuto al fatto che, a partire da 2000, il Testo unico delle norme sulle acque prevede che la competenza a pronunciarsi sulla costituzione o scioglimento dei consorzi imbriferi non siano più le prefetture, ma le Regioni.
Purtroppo l'Abruzzo, in tutti questi anni, a differenza di altre Regioni del Nord, non ha provveduto ad attrezzarsi. Per superare l'impasse ieri una delegazione di Morino – Comune capofila del Consorzio – di cui facevano parte il sindaco Roberto D'Amico; il capo dell'Uffficio tecnico, Gianni Petricca; l'ex sindaco Tonino Mattei, che quasi certamente sarà eletto presidente del Consorzio, e l'ex vice presidente del consiglio regionale, Giovanni D'Amico, hanno incontrato all'Aquila il funzionario regionale Silverio Salvi, il quale ha assicurato che la Regione farà di tutto per risolvere la questione in tempi rapidi. Il Consorzio imbrifero appare determinato a recuperare il sovracanone a partire dal 2013. Anche se la legge di stabilità del 2012 che lo ha previsto, stabiliva che dopo 5 anni i Consorzi questo diritto lo perdevano. Il Comune di Morino sostiene, però, di avere subito richiesto alle società elettriche il pagamento del sovracanone a nome dei Comuni associati.
La somma che il Consorzio conta di incassare sarebbe consistente.
Dai calcoli fatti, le società elettriche, ogni anno, dovrebbero pagare all'intero bacino imbrifero Liri-Garigliano intorno ai 200 milioni di euro.
Le Province interessate, oltre all'Aquila, sono Frosinone, Caserta, Roma, Isernia e Latina.
Alla provincia dell'Aquila, che comprende 31 Comuni, andrà il 35% della somma incassata. La legge del 2012, secondo la quale il sovracanone andava pagato per tutti gli impianti «senza discrimine altimetrico», mettendo così sul medesimo piano tutti i Comuni e tutti gli impianti del bacino, è stata impugnata dalle società elettriche.
Solo la Cartiera Burgo ha deciso di pagare. La Cassazione, però, ha dato ragione ai Comuni.
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