Crescono le favelas dei dannati della Marsica

La povertà diffusa e l’emergenza abitativa costringono molti immigrati a vivere e lavorare in condizioni al limite della decenza 

AVEZZANO. Baracche, spelonche, casupole, ma anche ripostigli per attrezzi adibiti ad alloggi di fortuna: ecco le “favelas” dei dannati del Fucino. La povertà diffusa tra gli immigrati e l’emergenza abitativa costringono molti lavoratori stranieri a lavorare in condizioni precarie, al limite della decenza. E questo anche per essere a due passi dal posto di lavoro. Molti stranieri lavorano nei campi e spesso si accontentano di qualsiasi posto al riparo per dormire qualche ora. Dormitori fatiscenti per immigrati sono stati segnalati più volte anche in città dalle forze dell’ordine. All’interno degli alloggi di fortuna dove vivono gli stranieri, molto spesso marocchini impiegati come braccianti agricoli, vengono ricavate sistanze adibite a cucine e camere da letto. «È una situazione molto delicata», valuta Vincenzo D’Elia (nella foto di Antonio Oddi), coltivatore biologico di San Benedetto dei Marsi. «Siamo preoccupati per questa situazione e per le condizioni di degrado. Quello che mi dispiace è che nella Marsica non esiste una struttura di ricovero e nessuna amministrazione o associazione, dagli enti locali alla Caritas, riesce a fare qualcosa. Sarebbe opportuno», aggiunge, «creare le condizioni per realizzare degli alloggi popolari».

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