D’Alfonso alla Festa della Repubblica: ricostruire L’Aquila

Affollata cerimonia davanti al monumento ai Caduti Consegnate medaglie ai familiari dei deportati nei lager

L’AQUILA. «Passato e futuro si coniugano quest’anno per celebrare la Festa della Repubblica: la commemorazione del centenario della Grande Guerra e la preparazione alla presidenza italiana del Consiglio Ue. E vi è un aspetto di capitale importanza che coincise con la consultazione popolare dell’epoca: il voto alle donne».

Lo ha detto il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, intervenendo all’Aquila alle celebrazioni per il 2 giugno. E, cogliendo l’occasione per ribadire che «occorre far sì che le donne abbiano più occasioni per rivestire ruoli di vertice a ogni livello dell’amministrazione della res publica», ha annunciato. «Mi batterò personalmente come presidente della Regione affinchè ci sia una reale parità nella rappresentanza popolare degli abruzzesi». Nel suo discorso, tenuto alla Villa Comunale, D’Alfonso ha voluto «riportare al centro dell’attenzione una tematica spesso disattesa, la partecipazione femminile alla vita politica» e ha sottolineato come, «nonostante i tentativi apportati ai regolamenti elettorali per far sì che la rappresentanza di genere fosse un fatto e non una mera enunciazione, nelle elezioni del 25 maggio scorso abbiamo assistito a una netta prevalenza maschile tra quanti sono stati scelti dai cittadini». Poi, rivolgendosi in particolare agli aquilani, D’Alfonso ha aggiunto: «Gli Italiani che scelsero la Repubblica lo fecero vivendo tra le macerie lasciate in eredità dalla guerra e seppero darsi animo, affidandosi a una nuova carta dei diritti e ricostruendo le città. Io credo che il nostro modo migliore di onorare quella tradizione e di vivere il sentire repubblicano sia rendere concretamente le istituzioni servizi per i cittadini e ricostruire questa città capoluogo regionale e tutte le altre ferite dal sisma». A fine cerimonia il prefetto Francesco Alecci ha consegnato le medaglie d’onore ai parenti dei deportati nei lager nazisti e poi le onorificenze.

(r.p.)

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