Del Corvo si dimette giallo sulle motivazioni

Cancella la figura del direttore generale, partecipa alla giunta e al consiglio poi consegna la lettera. Se non ci ripensa entro 20 giorni arriva il commissario

L’AQUILA. Il presidente della Provincia Antonio Del Corvo (Pdl) si dimette alle 14,15. La giunta e il consiglio provinciale sono terminati da una mezz’ora. La volontà di mollare è contenuta in una lettera protocollata di cui nessuno, a parte chi la riceve, conosce il contenuto. Non lo sanno i consiglieri, non lo sanno i suoi assessori. Per questa scelta decide di non consultare nessuno. Sarà per candidarsi alle Politiche (il termine è in scadenza), sarà per le ripercussioni dell’arresto per corruzione del direttore generale Valter Angelo Specchio suo uomo di fiducia. Sarà per la diaspora in atto a destra. Fatto sta che, anche simbolicamente, la scelta di farsi da parte arriva appena dopo che la giunta approva la nuova macrostruttura dell’ente. Via la figura del direttore generale, che tante ambasce ha creato e forse continuerà a creare al presidente seppure dimissionario. Nascono quattro dipartimenti. Del Corvo, eletto a marzo 2010, prima depenna il dg e poi si fa da parte. Nel pomeriggio si apre la caccia alle motivazioni.

Nella lettera al presidente del consiglio provinciale Filippo Santilli, al segretario generale Francesco Belmonte e al prefetto Francesco Alecci si legge che «fra le motivazioni vi è – primariamente – il venir meno di molte delle condizioni ideali necessarie per poter adempiere fedelmente al mandato elettorale affidatomi dai cittadini nel marzo del 2010, dato questo non scollegabile con una mancanza di collaborazione tra istituzioni, frutto di mere strumentalizzazioni politiche e lontana dagli interessi dei cittadini: i cittadini di una provincia terremotata non meritano questo trattamento e necessitano di veri rappresentanti (degli interessi dei cittadini e non personali) in seno al parlamento».

Del Corvo in una nota aggiunge di aver ricevuto proposte di candidature «sulle quali sto ancora riflettendo». Tra i motivi buoni per candidarsi mette «la necessità di dare alla provincia una voce che rappresenti le istanze dei cittadini, cosa che non ho trovato nei rappresentanti di sinistra che si vogliono proporre come i salvatori». Tra i motivi per restare «la necessità di portare a termine le innumerevoli attività». Per Del Corvo «altri motivi non ci sono». Se non ci ripensa entro 20 giorni arriva il commissario fino al 31 dicembre 2013. Poi tutto dipenderà da cosa accadrà delle province.

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