Denise, morta in crociera in Egitto: è giallo sui soccorsi

24 Dicembre 2025

Il marito della maestra deceduta a seguito dell’incidente sul Nilo: «Quasi un’ora di ritardo per una bombola d’ossigeno»

L’AQUILA. Cinquanta minuti. Tanto sarebbe passato dal momento dell’impatto all’arrivo dei primi soccorsi in quel che restava della cabina passeggeri in cui ha perso la vita Denise Ruggeri, la maestra di 47 anni strappata all’affetto dei suoi cari durante una crociera sul Nilo. A riferirlo è Adolfo Rocchi, marito della donna originaria di Torre di Cagnano Amiterno, l’unica vittima del tremendo impatto tra la Royal Beau Rivage – sulla quale la coppia viaggiava insieme ad altri ottanta connazionali – e la nave Opera, la cui prua è poi finita col centrare quattro cabine di quella stessa imbarcazione, sventrandole. Così, dopo lo spavento, le lacrime e il dolore, l’attenzione si sposta ora dalla falla, fragorosa, provocata dall’incidente, a quella dei soccorsi.

LE PAROLE DEL MARITO

«Sono passati almeno cinquanta minuti prima che qualcuno portasse una bombola d’ossigeno, ma a quel punto per mia moglie non c’era già più niente da fare. Sono state le due ore più lunghe della mia vita. Ancora non ci credo», riferisce Rocchi, ormai rientrato in Abruzzo e ancora sotto choc. Un ritardo che probabilmente non avrebbe cambiato l’esito di un incidente che nulla aveva a che vedere con lo spirito di quel viaggio, pianificato e atteso a lungo, e invece terminato anzi tempo a pochi chilometri da Luxor e dalla Valle dei re. La donna, nell’impatto, avrebbe infatti riportato una lesione polmonare tale da lasciarle pochissime speranze di sopravvivenza, con la morte poi sopraggiunta di lì a poco, tra la disperazione del marito e lo sgomento degli altri passeggeri, a loro volta tutti illesi.

e QUELLE del fratello

Intanto il fratello di Denise, Giuseppe Ruggeri, ai microfoni della Tgr Abruzzo, ha rivelato come sua sorella, al momento dell’incidente, si trovasse in cabina, dove si era recata a pregare. «Mia sorella era molto religiosa, non perdeva una messa la domenica e ogni giorno si prendeva una pausa per pregare. Il destino ha voluto che proprio durante la preghiera se la riprendesse con sé», afferma commuovendosi. «Era sempre a disposizione, stava a casa e lavorava per la scuola (Istituto comprensivo Don Milani di Pizzoli, ndr). Dava da mangiare a tutti i gatti del paese e li faceva visitare quando ce n’era bisogno», aggiunge, restituendone un ricordo fatto di fede e generosità, e perciò capace di amplificare un dolore che dai ristretti confini del suo paese si è subito riversato in tutto il capoluogo d’Abruzzo. «Sabato mattina, quando era in partenza e ci siamo salutati per l’ultima volta sprizzava gioia da tutti i pori. Tanto che io le pure detto “Ma cosa ci vai a fare fin laggiù, solo per vedere quattro sassi che puoi vedere tranquillamente in televisione?”. “Ma che dici, che ne sai tu?” ha risposto, ed è partita felice. Riguardo al rimpatrio, non dovrebbe avvenire prima di tre giorni. Ci auguriamo di riaverla almeno per Natale». Così come se lo augura l’intera comunità di Cagnano Amiterno, pronta a stringersi ai familiari di Denise.

LE INDAGINI

Vanno avanti intanto le indagini per risalire all’esatta dinamica della collisione. Dalle prime indiscrezioni pare sia stato proprio il comandante della nave su cui viaggiava Denise a non aver rispettato il diritto di precedenza in quel tratto riservato alle imbarcazioni che seguono la corrente. L’immediata sospensione della licenza di navigazione allo stesso comandante della Royal Beau Rivage testimonierebbe a favore della maggiore quota di responsabilità attribuibile a quest’ultimo. Resta tuttavia da valutare se quella manovra definita «inattesa» sia riconducibile a un errore umano o a un guasto meccanico sul quale il capitano non ha potuto nulla.