Di corsa in centro per non dimenticare

La maratoneta Ivana di Martino è stata ieri in città Commovente cerimonia davanti alla Casa dello Studente

L’AQUILA. Sta correndo lungo tutta la penisola per lasciare un messaggio forte: «No alla violenza di genere». E dire alle donne: «Siate libere di inseguire i vostri sogni». Che all’Aquila, «città che sembra bombardata, dove niente è stato fatto a quattro anni dal sisma», sono ancora più difficili da realizzare.

Ieri la maratoneta Ivana Di Martino, atleta over 40, mamma di tre figli dai 5 agli 11 anni, ha fatto tappa anche nella città terremotata con la sua iniziativa “21 volte donne”, il viaggio in 21 mezze maratone, in 21 giorni e in 21 diverse città italiane per raccogliere fondi a favore dell’associazione Doppia Difesa. L’atleta ha scelto luoghi simbolo delle tragedie più recenti della storia del Paese, a partire da Milano, dove la sua corsa terminerà il 27 aprile, passando anche per L’Aquila. Punto di partenza è stata la Casa dello studente, dove la Di Martino ha lasciato un cesto di fiori raccogliendosi in preghiera per alcuni minuti. Con lei c’erano anche i rappresentanti della Fondazione 6 aprile per la vita, dell’associazione Atletica L’Aquila, della Polifonica di Tempera. «Mi vergogno di essere italiana», ha detto l’atleta al suo arrivo a piazza Duomo, ultima tappa dopo aver percorso 21 chilometri tra le strade deserte e puntellate del centro. «Ho il cuore in mano», ha aggiunto la maratoneta, «sembra di essere in un paese in guerra, o che il terremoto ci sia stato soltanto 2 mesi fa». La Di Martino ha dedicato la mezza maratona aquilana a Michela Rossi, triatleta vittima del sisma. E infatti con lei, oltre ad altri 4 giovani atleti, ha corso anche il fratello Pierpaolo. «Michela era una ragazza solare», ha ricordato la Di Martino, «ha vinto tante sfide, ma non quella più tremenda del terremoto».

L’unica sosta della maratoneta è stata proprio al civico 26 di via Antinori, dove Michela ha perso la vita. «Iniziative di questo tipo sono importanti», ha ribadito il padre di Michela, Michelangelo Rossi, «perché non sono una commiserazione dei defunti, bensì un segno di speranza per il futuro». L’assessore allo Sport, Emanuela Iorio, ha consegnato, infine, una targa-ricordo alla maratoneta, già pronta, domani, a partire per un’altra corsa.

Marianna Gianforte

©RIPRODUZIONE RISERVATA