tribunale

Dire “puttana” a un uomo non è reato: donna assolta

AVEZZANO. Minaccia e ingiuria il datore di lavoro del marito perché non lo paga, ma viene assolta dato che lo etichetta con un'offesa (“puttana”) generalmente rivolta alle donne, e quindi secondo il...

AVEZZANO. Minaccia e ingiuria il datore di lavoro del marito perché non lo paga, ma viene assolta dato che lo etichetta con un'offesa (“puttana”) generalmente rivolta alle donne, e quindi secondo il giudice non disonorevole per un uomo.

Tanya Aleksandrova, bulgara di 49 anni, residente ad Avezzano, era accusata di ingiurie e minacce per essersela presa con il titolare della ditta edile per la quale aveva lavorato il marito manovale. È stata assolta. Dopo la settimana di lavoro, infatti, l'uomo aveva chiesto il suo salario che però gli era stato dato solo in parte. Così era tornato a casa raccontando tutto alla moglie.

Lei, su tutte le furie, secondo quanto denunciato dall'imprenditore marsicano, aveva iniziato a chiamarlo al telefono, insultandolo e minacciandolo, augurando all'uomo di utilizzare quei soldi negati per il funerale del figlio e dandogli dell'uomo di facili costumi. Così lui si era rivolto ai carabinieri raccontando la sua versione dei fatti e denunciando la donna. Dopo le indagini, la bulgara, difesa dall'avvocato Luca Motta, era stata rinviata a giudizio. Nel corso dell'udienza, però, è riuscita a dimostrare la sua estraneità ai fatti.

Infatti, durante il dibattimento, è emerso che la scheda Vodafone utilizzata per chiamare l'imprenditore non apparteneva alla moglie infuriata. Inoltre, sempre secondo il tribunale, le frasi pronunciate contro il datore di lavoro non erano offensive o ingiuriose, né minacciose visto che non si augurava la morte del figlio, ma solo l'utilizzo del denaro per un eventuale funerale. Per questi motivi, alla fine, l'imputata è stata assolta, mentre per la questione del denaro le parti potranno rivolgersi al giudice di pace. La parte offesa era assistita dall'avvocato Felice Iacoboni. Il pubblico ministero era il sostituto procuratore Guido Cocco.

Pietro Guida

©RIPRODUZIONE RISERVATA