«Disperato per mio figlio scomparso da due mesi»

Appello del padre alle istituzioni: «Vive in Perù e di lui non sappiamo più nulla» «È un lavoratore onesto, spero che non sia in mano a gente senza scrupoli»

L’AQUILA. «Da due mesi non ho notizie di mio figlio che vive in Perù. Ho fatto una denuncia in seguito alla sua scomparsa ma senza avere risposta. Mia moglie e io siamo sempre più disperati ogni giorno che passa».

Chi parla, esasperato da un’attesa di indicibile sofferenza, è Euplio Bellaprima, un siciliano trapiantato all’Aquila da diversi anni, che vuole rintracciare il figlio Nunzio, ed è preoccupato per la sua vita.

«Mio figlio», racconta Bellaprima, «ha scelto da alcuni anni di andare a vivere in Perù, a Lima, dove si è sposato, ha avuto dei figli e lavora con successo». Nunzio Bellaprima, infatti, è un bravissimo artigiano di 43 anni, una sorta di «mago del cartongesso» e sembra che in Perù le cose gli stiano andando bene.

«Purtroppo», aggiunge il padre, «qualche tempo fa dovevamo metterci in contatto anche in vista di una sua possibile visita in Italia ma il suo cellulare era muto. Abbiamo aspettato qualche giorno, ipotizzando un cattivo funzionamento delle linee telefoniche in Sudamerica, ma gli ulteriori tentativi non hanno avuto esito. Non avendo poi avuto delle informazioni rassicuranti nemmeno dalla moglie ci siamo allarmati».

Euplio ha provato a percorrere tutte le strade possibili per capire cosa sia successo ma senza esito. «Ho presentato una denuncia di scomparsa in questura, ho chiesto lumi in ambasciata e a tutte le istituzioni che potrebbero fare qualcosa ma di mio figlio ne so quanto prima. L’unica cosa bella in questi giorni, e ci tengo a precisarlo, sono le parole di conforto di un poliziotto, Emilio Cannese, che ha raccolto la mia denuncia, frasi che mi hanno risollevato il morale».

Poi un episodio sibillino. «Giorni fa, intorno alle quattro del mattino», aggiunge, «mia moglie ha ricevuto un sms il cui testo era il seguente: “conserva questo messaggio”. Tale messaggio è stato inviato dall’utenza intestata alla cognata di mio figlio Nunzio. Poi mia moglie ha telefonato a Lima per capire il significato del messaggio. Ha risposto la stessa intestataria dell’utenza dicendo che il messaggio non era stato inviato da lei. Il che è davvero strano».

«Ma la mia paura è soprattutto un’altra», confessa Bellaprima. «Mio figlio è un appassionato di gioco e scommesse. Non vorrei che, perdendo qualche somma, si fosse trovato nell’impossibilità di restituirla e ora sia in balìa di gente senza scrupoli. Quella è una grande città, una megalopoli dove si possono fare anche delle brutte conoscenze».

«Mi appello a tutte le istituzioni e le forze dell’ordine», conclude il 71enne catanese, residente a Coppito e domiciliato a Monticchio, «affinché con il loro impegno ci possa essere uno squarcio di luce su questa vicenda da incubo».

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