L'AQUILA

E' in coma irreversibile Messina Denaro

Il boss non viene più alimentato. E' ricoverato da due mesi e mezzo in ospedale, la cura del tumore veniva ormai accompagnata dalla terapia del dolore. Al capezzale la nipote e legale Lorenza Guttadauria e la giovane figlia Lorenza

 

L'AQUILA. Matteo Messina Denaro è in coma irreversibile, qualche minuto fa è stato dato per morto. Da stasera non viene più alimentato. Scorrono i titoli di coda sulla storia del boss riuscito a sfuggire alla cattura per 30 anni, arrestato il 16 gennaio mentre andava in una delle cliniche più prestigiose di Palermo per sottoposti alla chemioterapia. Una malattia lunga tre anni, quella del boss che, secondo quanto sostengono i medici, ormai non gli lascia più speranze.

Il boss della mafia è ricoverato nel reparto detenuti dell'ospedale San Salvatore. Ha 61 anni e il 17 gennaio scorso era stato rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Preturo in regime di 41 bis. Interrogato in carcere, disse: "Non mi pentirò mai".

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L’ex superlatitante aveva un tumore al colon in stadio avanzato ed era quindi stato ricoverato l’8 agosto scorso per il peggioramento della stato di salute ed essere sottoposto a intervento chirurgico – perfettamente riuscito – a causa di una occlusione intestinale.

Nei giorni scorsi non era neanche più in grado di tollerare la chemioterapia. E la cura del tumore veniva accompagnata dalla terapia del dolore e dalla alimentazione parenterale.

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Le condizioni del boss mafioso si sono aggravate ieri quando ha avuto un grave sanguinamento per poi essere colpito da un collasso con i parametri vitali compromessi. Secondo i medici difficilmente supererà la notte. Il 61enne nel testamento biologico avrebbe manifestato la volontà di non subire l'accanimento terapeutico con l'utilizzo delle macchine per essere tenuto in vita. Per questo anche con l'assenso della famiglia da alcune settimane è stato sottoposto alla terapia del dolore con la interruzione della chemioterapia e con il paziente che è passato in carico al reparto di rianimazione competente nella terapia del dolore, diretto dal professore Franco Marinangeli, e non più all'equipe oncologica diretta dal professor Luciano Mutti.

Al capezzale la nipote e legale Lorenza Guttadauria e la giovane figlia Lorenza, riconosciuta recentemente e incontrata per la prima volta nel carcere di massima sicurezza dell'Aquila nello scorso mese di aprile.

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