Ecco i nove siti per smaltire le macerie

22 Dicembre 2009

Il comitato tecnico disegna la mappa: Pizzoli, Barisciano, Roio e Isola del Gran Sasso.

L’AQUILA. Altri nove siti per smaltire le macerie dell’Aquila e degli altri centri devastati dal terremoto. Mentre si aspetta l’ufficialità della proroga per il sito ex Teges di Paganica, l’unico attualmente in funzione per lavorare 500 tonnellate al giorno di materiale derivante da crolli e demolizioni, a fronte di una previsione di 3 milioni di metri cubi, ecco la prima mappa che tenta di dare una risposta al problema. Ancora critiche dagli ingegneri.

I NOVE SITI. Il tavolo Ambiente, costituito dalla Regione Abruzzo, ha redatto nella giornata di ieri, in cui si è recuperato il precedente incontro rinviato a causa del maltempo, un primo elenco di siti che sono stati ritenuti idonei per lo smaltimento delle macerie del terremoto, localizzati nei Comuni del cratere, seguendo il criterio di prossimità, cioè della massima vicinanza ai luoghi maggiormente devastati dal sisma. Una soluzione vantaggiosa sia sotto il profilo economico sia sotto il profilo logistico, specialmente alla luce degli alti costi per il trasporto. Dei cinque siti che sono stati segnalati dall’amministrazione comunale di Pizzoli, già individuati in precedenza e sottoposti a una serie di controlli di natura ambientale, i tecnici hanno riconosciuto un sito idoneo per lo stoccaggio e il trattamento, un sito per realizzare una discarica per inerti, già autorizzata dal 2005, in scadenza nel 2010, ma di fatto mai avviata e altri tre siti per i cosiddetti ripristini ambientali delle cave dismesse. In uno dei siti erano stati trovati dei rifiuti scaricati abusivamente ma ciò non impedirà di poterlo utilizzare ugualmente dopo un intervento di adeguamento. In questo caso si tratta di siti che sono stati messi a disposizione dall’amministrazione comunale.

A BARISCIANO. Un’altra delle zone strategiche per la lavorazione delle macerie è considerata l’area attorno a Barisciano. È qui, infatti, che sono stati individuati altri due siti. Si tratta, in questo caso, della proposta di una ditta privata, la «Edilizia generale D’Amico srl» che ha sede a Casoli. Il sito in questione si trova in località San Lorenzo. Il suo utilizzo, in particolare, è stato destinato al ripristino ambientale. Tuttavia, nel territorio di Barisciano si vuole insediare anche un altro sito di deposito temporaneo per cui si guarda all’ex discarica comunale, all’area pubblica a servizio e alla discarica per inerti già individuate dalla Regione. Qui dovrebbe sorgere il terzo centro di lavorazione delle macerie.

Sempre all’Aquila, si punta anche a portare una parte delle macerie in una vecchia discarica dismessa che ricade nell’area della frazione di Roio, più piccola rispetto alle altre finora individuate ma potenzialmente capace di ospitare anche un altro deposito temporaneo, quindi idoneo alla lavorazione, vale a dire la fase più importante. Inoltre, a servizio dei Comuni ricadenti nell’area del Teramano, è stato dato il via libera per Isola del Gran Sasso. Si tratta di una discarica già autorizzata che presenta caratteristiche potenzialmente compatibili con un sito per lo stoccaggio e il trattamento in deposito temporaneo. «Si sta procedendo per gradi e in modo condiviso», ha commentato l’assessore regionale alla Protezione civile Daniela Stati.

«Entro due giorni, a seguito dei sopralluoghi, questi siti dovrebbero costituire la prima rete di deposito e trattamento delle macerie. I siti indicati dalla Regione come siti di smaltimento», ha aggiunto, «seppure con qualche prescrizione di carattere tecnico e gestionale, sono stati ritenuti idonei dall’Ispra, per lo smaltimento delle macerie». Una nuova riunione si terrà il 28 dicembre per definire le modalità di gestione dei siti indicati per i quali si dovrà procedere con gli appalti. Le richieste alla Regione per avere le macerie sono diventate, intanto, 22. Tra tante promozioni anche una bocciatura: il sito di Magliano dei Marsi.

INGEGNERI CRITICI. Per risolvere l’emergenza «bisogna portare le macerie fuori regione. Dopo otto mesi, infatti, non è stata trovata una soluzione degna di questa grave problematica». Questa è la soluzione proposta dal presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia dell’Aquila, Paolo De Santis, il quale, dopo un incontro sul tema delle macerie, denuncia «la confusione su come gestire il trasporto, il trattamento e il deposito temporaneo». De Santis, che si basa sulla stima di tre milioni di metri cubi riguardo al quantitativo complessivo di macerie da smaltire, chiede che la questione venga sbloccata al più presto «perché rischia di compromettere la ricostruzione cosiddetta leggera delle case che sono state classificate A, B e C».

«La situazione è in alto mare, visto che ancora non sono stati individuati i siti e che da ogni riunione si esce con un nulla di fatto», prosegue il presidente degli Ingegneri, il quale sottolinea che «soltanto pochi cavatori hanno risposto al bando e questo è un dato sintomatico». Nell’evidenziare che «molti dei tecnici ancora stanno studiando il problema e che tutto è fermo, anche le demolizioni», De Santis lancia una provocazione: «Per non dover ringraziare nessuno, a piazza d’Armi alziamo un muro di tre metri e portiamo lì tutte quante le macerie».