Ecco la necropoli di Frustena

Ocre, la scoperta durante gli scavi per le case di legno

L’AQUILA. Quando il sindaco di Ocre, Gianmatteo Riocci, ha dato l’ok per la realizzazione dei 21 map (moduli abitativi provvisori) ai piedi del castello medievale, non poteva immaginare che duemila anni prima gli abitanti del territorio avevano scelto proprio quel sito per realizzare un abitato con tanto di necropoli.

A scoprire l’antico insediamento pre-romano sono stati gli operai incaricati dei lavori di costruzione delle abitazioni provvisorie: ad ogni movimento di terra, infatti, saltavano fuori preziosi oggetti di un passato mai conosciuto prima. Si tratta di resti di armatura e di ciotole di bronzo risalenti a secoli prima di Cristo. Materiale proveniente in parte da una necropoli e in parte da un insediamento pre-romano che potrebbe corrispondere all’antica città di Frustena, di cui si hanno solo testimonianze scritte.

«Il ritrovamento della necropoli è stato del tutto casuale» racconta il sindaco Gianmatteo Riocci. «Abbiamo deciso di posizionare i map a San Panfilo, alle pendici del famoso castello. Quando gli operai hanno iniziato a lavorare sul sito sono venuti fuori reperti appartenenti evidentemente ad epoche remote». Subito il sindaco di Ocre si è preoccupato di avvisare l’archeologo della Soprintendenza, Vincenzo D’Ercole per poter far classificare il materiale.

«La necropoli ritrovata appartiene al VI secolo avanti Cristo» spiega lo studioso, «è possibile dedurlo dai resti, come le spade di ferro e le lance di bronzo». All’interno della necropoli pre-romana (che è stata indagata solo in parte) è stata rinvenuta anche una tomba del tipo “alla cappuccina” di un ragazzo (12-15 anni) riferibile al periodo longobardo (VI -VII secolo dopo Cristo) che testimonierebbe la continuità nell’utilizzo del sito.

«Nella stessa zona, a poca distanza, abbiamo trovato anche del materiale appartenente probabilmente ad abitazioni risalenti al periodo tra il mille e il 600 avanti Cristo» continua D’Ercole, «si tratta forse dell’abitato pre-romano di pertinenza della necropoli». L’insediamento, al confine tra il territorio vestino e quello sabino, potrebbe corrispondere alla zona che in età romana sarebbe stata occupata dall’oppidum Frustena, una antica città di cui finora si conosceva, anche da parte degli esperti, solo il nome e che mai era stata rinvenuta durante gli scavi. «Certo ancora molto è da verificare» spiega l’archeologo, «ma si tratta comunque di testimonianze importanti».

Il materiale rinvenuto è stato affidato alla cattedra di Archeologia medievale dell’Università e al professor Fabio Redi, che da anni studia il castello di Ocre. Una volta restaurati e puliti, tutti gli oggetti saranno ospitati all’interno del museo che verrà aperto dalla prossima primavera nel monastero di Santo Spirito di Ocre. Quella di Ocre è l’ennesimo tesoro archeologico scoperto in seguito a lavori legati al terremoto: a Preturo, durante la realizzazione di una rotatoria, venne scoperta un’antica villa romana.