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Edimo, si teme l’effetto domino

La Uilm: c’è una forte preoccupazione anche per la Edimo holding

L’AQUILA. Il tribunale dell’Aquila ha accolto la richiesta di concordato in bianco avanzata per due aziende del gruppo Edimo, la Taddei spa e la Em969, nominando per entrambi curatore fallimentare il commercialista teramano Sergio Saccomandi. Una misura che serve per congelare i rapporti con i creditori ed evitare, per quanto possibile, la reazione a catena scatenata dalla dichiarazione del fallimento, lo scorso 17 febbraio, della Edimo spa, specializzata in carpenteria e prefabbricati.

Ma intanto il temuto effetto domino sembra dietro l’angolo: infatti nuvole nere si addensano anche sulla quarta impresa della famiglia Taddei, la Edimo holding, che si occupa dei servizi (settore commerciale) e in cui lavorano 36 persone.

A maggio scade la cassa integrazione in deroga, valida 5 mesi, e non ci sono, attualmente, prospettive di ripresa del lavoro, vista la situazione in cui versano le altre tre aziende.

«C’è una fortissima preoccupazione anche per la Edimo holding», spiega Clara Ciuca, sindacalista della Uilm, «dato che a maggio scadrà la cassa integrazione in deroga e non è previsto il ricorso a ulteriori ammortizzatori sociali. Si tratta dell’azienda che eroga i servizi al gruppo Edimo, dove attualmente c’è la Edimo spa dichiarata fallita e la Taddei spa e la Em969 in procedura concorsuale. Ciò significa», sottolinea Ciuca, «che anche la quarta impresa, legata a doppio filo alle consorelle, rischia il tracollo».

Resta altissimo anche l’allarme per l’indotto e in particolare per le 31 aziende del territorio, che lavorano in subappalto o forniscono materiali alla Edimo.

Romana Scopano

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