«Errore grave fermare lo sport» 

Padovani (Psi): «Il blocco rischia di far morire migliaia di società dilettantistiche»

L’AQUILA. «Lo sport non è un servizio accessorio». Ad affermarlo è Gianni Padovani, responsabile nazionale del settore Sport del Psi in riferimento alle restrizioni imposte dall’ultimo Dpcm per il contenimento del contagio da coronavirus. «Lo sport è essenziale, per salute ed economia: non può essere considerato un’attività non essenziale, chiuderlo è errato», afferma, «lo sport è un diritto, è un servizio fondamentale da garantire e favorire. Così rischiamo solo il collasso. E sono i fatti a dimostrarlo, da sempre: sport è educazione per i più piccoli, socialità, prevenzione medica, risparmio della spesa sanitaria, benessere». Padovani sottolinea che lo sport «è anche economia, posti di lavoro, produttività. Lo sport è un’agenzia educativa al pari della scuola, è un’attività produttiva al pari di tante altre, quindi davvero non si capisce il perché di questo nuovo fermo». Secondo lui «sarebbe stato opportuno intensificare i controlli, quelli sì: con protocolli rigidi che non lasciano nulla al caso. Si lasci modo alle attività sportive, inserite in contesti e protocolli codificati, di proseguire e si sostenga dal punto di vista economico il mondo dello sport di base che, con un altro lockdown, rischia di non riaprire mai più. Se non si permetterà di proseguire con l’attività sportiva qualcuno si dovrà assumere la responsabilità della morte di migliaia di realtà dilettantistiche».
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