Reparti aperti alla Magneti Marelli (ex Fiat)

ABRUZZO

Festa per l'arrivo di Fiat, era mezzo secolo fa

Porte aperte alla città e visite nei diversi reparti dell’azienda del gruppo diventata Magneti Marelli

SULMONA. Festa per il mezzo secolo di vita dello stabilimento Fiat di Sulmona (oggi Magneti Marelli). I dipendenti, i familiari e tanti altri hanno brindato ai 50 anni di vita del principale sito produttivo della Valle Peligna, che nel corso di questo mezzo secolo ha dato lavoro a migliaia di famiglie. Una serata in cui è stata data la possibilità a tutti gli intervenuti di visitare i vari reparti dello stabilimento, che nel corso degli anni hanno avuto una profonda trasformazione, così come la produzione delle autovetture. Presenti anche il sindaco Gianfranco Di Piero e il vescovo Michele Fusco.

Nello stabilimento lavorano circa 500 dipendenti. Aperto nel 1972 sotto l’impulso dei contributi alle imprese elargiti dall’allora Cassa del Mezzogiorno, lo stabilimento Fiat diventa in poco tempo il più grande del territorio. Nei momenti di massima espansione e produzione ha raggiunto livelli di occupazione di quasi duemila dipendenti. Negli anni ’90 la fabbrica viene accorpata alla Magneti Marelli e a Sistemi Sospensioni, che fa capo sempre allo stesso gruppo di proprietà della Fiat. Il nuovo corso è partito nel sito sulmonese il 20 aprile del 2010, con la firma dell’accordo separato (con la Fiom rimasta fuori) per la Nuova Panda: il contratto ha riguardato 96 operai impegnati su bracci e traverse (basi del motore) per 1.300 auto al giorno. Poi il primo agosto del 2014 arriva la fusione con Chrysler e la nascita di Fca. Negli ultimi anni sono arrivati i nuovi turni, saliti da 15 a 18 e a luglio del 2016 il modello Sulmona, coi sabati e le domeniche lavorative, ma non consecutive. Investimenti sulle linee produttive ci sono stati nel 2010 con 8,5 milioni di euro e nel 2015 con altri 10 milioni. Per il futuro tante sono le domande e poche le risposte. Un ruolo centrale dovrebbe recitarlo la politica, finora assente dalle scelte aziendali che hanno portato lo stabilimento al minimo storico sul fronte del personale. (c.l.)
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