Completata l’acquisizione dello stabilimento 

Framiva versa l’ultima rata e scatta la corsa all’accordo

L’AQUILA. La Framiva ha depositato in tribunale l’ultima rata per l’acquisizione dello stabilimento ex Otefal. Ma per cercare di risolvere la vicenda, con un accordo transattivo, l’udienza è stata...

L’AQUILA. La Framiva ha depositato in tribunale l’ultima rata per l’acquisizione dello stabilimento ex Otefal. Ma per cercare di risolvere la vicenda, con un accordo transattivo, l’udienza è stata rinviata al prossimo 5 febbraio. L’auspicio dell’azienda e dei sindacati è che nel frattempo la curatela fallimentare accetti la transazione. Stessa richiesta da parte dei 62 lavoratori, che ieri mattina sono tornati davanti al Palazzo di Giustizia, inscenando un sit-in mentre gli avvocati della Framiva provvedevano a depositare la somma mancante per il saldo. L’azienda di Varese ha rilevato il sito di Bazzano nel 2015, alla quinta asta fallimentare, ma nelle scorse settimane il giudice delegato del Tribunale dell’Aquila aveva dichiarato decaduta l’aggiudicazione, per il mancato versamento dell’ultima rata, imponendo lo sfratto dello stabilimento. Un atto poi sospeso, in attesa della prima udienza per discutere il ricorso presentato dalla Framiva, che si è svolta ieri mattina. Intanto, i sindacati avevano richiesto l’attivazione di un tavolo in prefettura, per scongiurare la perdita dei 62 posti di lavoro. «Speriamo nel buon senso da parte di tutti i soggetti interessati», dicono Fim, Fiom e Uilm, «in modo da arrivare a un accordo condiviso. L’azienda ha pagato l’ultima rata ed è stata evitata la chiusura del sito e l’interruzione dell’attività produttiva. Adesso spetta al curatore fallimentare Omero Martella avviare le procedure per una conclusione positiva della vicenda. La prefettura resta allertata», sottolineano i sindacati, «e il nostro obiettivo è tutelare i 62 lavoratori». La vertenza è iniziata con la chiusura della fabbrica di laminati, di proprietà della famiglia Pozzoli di Bergamo, che è stata rilevata nel 2013 dall'azienda siriana Madaar: un’avventura durata solo un anno, visto che nel 2014 i 180 operai sono finiti in mobilità. Nel 2015 è entrata in scena la Framiva, che ha ricollocato 62 persone.
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