Gli esperti: «Attenti ai funghi e diffidate dei detti popolari» 

Sale l’allarme: una donna deceduta a Montereale, famiglia intossicata a Sulmona I micologi avvertono: quasi tutte le Asl hanno centri specializzati per il controllo

SULMONA . La tragedia di Montereale, in cui è morta una donna di 65 anni, e la disavventura di una famiglia sulmonese di tre persone, che ha avuto un’intossicazione alimentare dopo aver mangiato dei funghi, riportano alla ribalta la pericolosità di questo particolare organismo, che va consumato solo quando si è certi della sua commestibilità. «Esistono centri specializzati in quasi tutte le Asl», spiega Loreto Guglietti, micologo del Gema (Gruppo ecologico micologico abruzzese), «e quando non si è sicuri, o non si conosce il fungo che è stato raccolto, bisogna sempre chiedere aiuto a chi ne sa di più. Il nemico principale è la superficialità perché ci sono dei funghi che sono assolutamente identici, uno è ottimo e commestibile, l’altro è addirittura mortale. E nascono addirittura sul ceppo della stessa pianta. Ci si fida troppo delle proprie conoscenze e dei faciloni. Ma non è così». L’Amanita phalloides è sicuramente il fungo più pericoloso e per chi lo ingerisce c’è quasi sempre un esito letale. I sintomi si manifestano addirittura dopo sei ore da quando viene mangiato e in alcuni casi anche dopo 15/20 giorni. A quel punto per il 99% dei casi non c’è nulla da fare perché sia il fegato che i reni vanno in necrosi provocando il decesso del paziente. Negli altri casi è determinante la tempestività. Alle prime avvisaglie, nausea giramenti di testa e dissenteria, bisogna raggiungere immediatamente il pronto soccorso più vicino. «È fondamentale portare con sé i resti dei funghi sia quelli cucinati che gli scarti in modo che i medici possano fare una prima diagnosi e provvedere», evidenzia Guglietti, «agli amanti dei funghi consiglio di avere estrema prudenza e di partecipare a uno dei tanti corsi che periodicamente vengono istruiti in Abruzzo».
«Il segreto è raccogliere sempre quelli che si conoscono, ma anche in questo caso, se non si è esperti, farli sempre controllare a esperti prima di mangiarli. È sbagliato dare retta alle vecchie formule o alle consuetudine che da anni ci portiamo dietro come la moneta d’argento o il fatto che non bisogna raccogliere funghi vicino alle zone dove c’è il ferro, metterci l’aglio o farli mangiare prima al cane o al gatto», aggiunge Ubaldo Marulli, altro esperto micologo di Popoli, «o pensare che i funghi che nascono sul legno sono buoni, tutto questo non è vero. Sono tutte dicerie che non hanno nessun riscontro scientifico».