L’Aquila, ecco i sogni dei cittadini per il 2026: «Più lavoro e la biblioteca»

Sicurezza, occupazione e qualità della vita sono al centro delle aspettative
L’AQUILA. Il 2026 sarà un anno particolare per L’Aquila, insignita del riconoscimento di Capitale Italiana della cultura. La fine di un anno è sempre il momento per tirare le somme dell’anno appena trascorso, ma è anche quello per esprimere i propri desideri per quello che verrà. Abbiamo chiesto agli aquilani, a cittadini comuni incontrati in vari momenti della loro giornata, le aspettative in generale per l’anno nuovo. «Il mio desiderio», spiega Tullio Silvestri, «è che il 2026 sia un anno positivo per la nostra città. Sarà un anno importante, L’Aquila sarà Capitale Italiana della cultura e quindi mi aspetto una crescita ancora più grande. Come desiderio auspico che la città cresca a livello di sicurezza perché ultimamente ci sono stati episodi particolari. So che si è investito molto nell’acquisito di telecamere per rendere L’Aquila più sicura, mi aspetto quindi una città dove si possa vivere in maniera tranquilla e serena, per i giovani e per le persone più anziane».
«Vorrei una città», spiega Luca Falasca, «che crescesse ancora di più in tutti i settori, commercio, lavoro per i giovani e che aumenti sempre più la qualità della vita. All’Aquila non si vive male, ma il mio augurio è che la città si rilanci al massimo, che si rilanci il centro storico veramente, ma che possano crescere pure le frazioni limitrofe che sono altrettanto importanti».
«Mi piacerebbe», spiega Alessio Miconi, «che ci sia più spazio per i giovani con iniziative diverse che non si riducano solo alla vita nei locali dove trascorrere le serate. Vorrei che ci fosse più occupazione per i giovani così da farli rimanere in città e quindi desidererei una città più vivace anche da questo punto di vista. La città è stata ricostruita ed è sempre più bella, ma ora va valorizzata, serve uno step successivo, soprattutto il centro storico vorrei che potesse ritornare vivo com’era prima e non solo in certi momenti, quando ci sono eventi». «Nel 2026», si augura Laura Toaje, «vorrei vedere una città più viva e ripopolata, con sempre più negozi aperti e le strade piene di gente, con uffici e attività e mi piacerebbe che si riuscisse a realizzare finalmente un gattile: un luogo di cura per i gatti abbandonati, mentre trovano casa. Questo è il mio desiderio, ma anche l’augurio per la mia città». «Cosa vorrei per l’anno nuovo? Sicuramente più posti di lavoro per i tanti ragazzi che sono spesso costretti a lasciare la città per questa regione» dice Giancarlo Alonzi, «ma anche una nuova collocazione per chi, di mezza età, il posto di lavoro lo ha perso e in questa città è accaduto tante volte. Per loro è sempre più difficile ricollocarsi. Mi piacerebbe che L’Aquila possa diventare una meta sempre più ambita per aziende serie che possano portare occupazione».
«Il mio desiderio», aggiunge Lino Nappo, «che è anche un augurio, è che ci sia più lavoro per tutti. Vorrei che ci fosse sempre più maggiore attenzione per il centro storico, ma anche per le frazioni: vorrei vederle più popolate e vivibili con iniziative anche lì perché sono una parte essenziale della città e non un contorno».
«Il pensiero non può che andare al riconoscimento ottenuto dalla città», spiega Maurizio Piombini. «Il mio desiderio è che la città arrivi a ospitare la più bella biblioteca d’Italia per far crescere L’Aquila sempre più dal punto di vista culturale perché ne ha le potenzialità, e che tutti i comignoli aquilani inondino la città di gentilezza e bontà. Mi auguro di vedere una comunità sempre più coesa. E ho anche una speranza calcistica, quella che il calcio aquilano torni in alto». C’è poi chi la città la vive di ritorno, quando si rientra per le vacanze natalizie perché si lavora fuori, come Francesco che vive ormai a Barcellona da tanti anni.
«Alla mia città», dice Francesco Corsi, «orgoglio di chi la vive e meraviglia di chi la visita: che il nuovo anno porti la cura e l’amore necessari perché ogni suo angolo torni allo splendore di un tempo».
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