I corrieri della droga finiscono in trappola

Due persone fermate ad Avezzano: spacciavano in tutto il territorio Il business aveva fruttato auto di lusso e ville hollywoodiane nel Lazio

AVEZZANO. Venti misure restrittive, due ville hollywoodiane, decine di macchine di lusso e oltre 800 grammi di cocaina purissima sequestrati. È il risultato dell’operazione denominata “Grand hotel” portata a termine ieri mattina dagli agenti di polizia, coordinati dalla questura di Frosinone e che vede coinvolte anche due persone di Avezzano, una delle quali solo residente. Si tratta di Raul Morelli, 41 anni, già noto alle forze di polizia, che si trova ora agli arresti domiciliari e di M.M. nato nel 1931, residente a Roma ma domiciliato ad Avezzano, raggiunto dall’obbligo di dimora in città. Secondo la Procura di Frosinone, entrambi, anche se con ruoli diversi, sono stati coinvolti in un vero e proprio business del mercato della droga, legato all’ambiente della malavita, gestito perlopiù da famiglie rom. Un giro di droga organizzato nel dettaglio che aveva una precisa regola che avrebbe dovuto garantire un minor indice di rischio di essere scoperti e di finire nei guai: minime quantità di rifornimento, con consegne giornaliere. In questo caso M.M. sarebbe stato uno dei corrieri dell’organizzazione, mentre a Morelli spettava piazzare la droga sul mercato della Marsica. Le indagini sono partite il 18 aprile del 2012, dopo un incidente sulla A/1, nel Frusinate, dove morì una 37enne romana. Sul posto la polizia stradale recuperò una dose di cocaina avvolta in uno scontrino di un autogrill e un telefono cellulare. Gli investigatori della squadra mobile in collaborazione con la Stradale di Frosinone sono così risaliti al probabile fornitore di droga. Si tratta di una donna poco più che quarantenne sposata con un noto esponente di una famiglia di etnia rom all’epoca in carcere in quanto accusato, insieme al fratello, di aver ferito nel 2011 a Frosinone, a colpi di arma da fuoco il cognato appartenente a un’altra famiglia rom. Il gesto, riconducibile a un regolamento di conti per affermare la posizione di leadership nel traffico della droga, ridefinì gli assetti del gruppo criminale. Le indagini successive hanno portato alla luce un’intensa attività di spaccio messa in atto dalla donna, non solo a Roma ma anche nelle regioni limitrofe. Tra cui l’Abruzzo, dove i corrieri portavano la droga fino ad Avezzano. Una vera e propria associazione a delinquere che chiama in campo anche la Divisione distrettuale antimafia di Roma e il coordinamento della Direzione centrale dei servizi antidroga. Due ventenni romani sono stati riconosciuti come i corrieri principali dell’azienda criminale, mentre capo dell’organizzazione, operante su Roma, un quarantaquattrenne della famiglia Di Silvio, legato al clan Casamonica per averne sposato una nipote. Quest’ultimo impegnato a rifornire in modo continuativo famiglie rom dedite allo spaccio e operanti perlopiù a Frosinone, a Venafro e ad Avezzano. La capillare attività avviata ha consentito alla famiglia rom di condurre una vita all’insegna del lusso più sfrenato nonostante le titolari delle ville hollywoodiane si dichiarassero indigenti, usufruendo addirittura dell’esenzione per le prestazioni sanitarie.

Magda Tirabassi

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