Il Cam ha 51 milioni di euro di debiti

22 Gennaio 2013

Inchiesta del Centro, ecco dove sono finiti i soldi dell’acqua: sette milioni servono solo per il costo del personale

AVEZZANO. Un debito stratosferico: 51 milioni di euro. È quello accumulato dal Consorzio acquedottisto marsicano (Cam). L'ente, nato nel 1994 e divenuto nel 2000 una società per azione, svolge una funzione di straordinaria importanza: la gestione del servizio idrico. Scelte non oculate e una politica clientelare, nel corso degli anni, hanno portato il Cam sull'orlo del baratro. La responsabilità di quanto è accaduto non va attributa solo gli amministratori del Consorzio, che via via si sono succeduti, ma anche ai Comuni della Marsica, che, in quanto soci, avevano il diritto, oltre che il dovere, prima di approvare il bilancio annuale, di chiedere conto al Cam del proprio operato. Invece nessuno ha mosso un dito. Unica eccezione, nel 2008, il Comune di San Benedetto dei Marsi, retto da Paolo Di Cesare, che, volendo vederci chiaro, ha dato incarico a un esperto contabile, Giuseppe Gagliardi, di effettuare una verifica sulla gestione economico-finanziaria del Cam.

PATRIMONIO. Dall'indagine è emerso che il Consorzio aveva evidenziato in bilancio un attivo patrimoniale costituito in massima parte dai beni patrimonali comunali (reti idriche). «Tali beni però», si legge nella perizia, «non sono di propietà del Cam, ma dei Comuni soci, che hanno affidato al Cam soltanto la loro gestione». «L'inserimento dei beni di proprietà dei Comuni in bilancio», si legge ancora nella perizia, «determina un’anomala sopravvalutazione del capitale del Consorzio nei confronti di terzi, sia finanziatori che fornitori dello stesso».

DISINTERESSE. Copia della relazione fu inviata a tutti i Comuni della Marsica, soci del Cam. Era un campanello d'allarme. Ma nessuno si è mosso. E intanto la situazione economico-finanziaria peggiorava. Finché nel 2012, il Comune di Avezzano, azionista di maggiornaza del Cam, non si decide e prende in mano la situazione. Era ora. Sulla scorta anche dei rilievi mossi in luglio alla gestione del Cam da parte dell'Ato 2, che ha funzione di controllo sugli atti dei Consorzi acquedottistici, il nuovo sindaco, Gianni Di Pangrazio, elabora un piano strategico di risanamento. Non senza avere prima fatto un'analisi impietosa della situazione economica e finanziaria del Consorzio.

GESTIONE. «Per tutte le società gestori dell'acqua in Abruzzo», si legge nel documento consegnato a dicembre da Di Pangrazio ai rappresentanti degli altri Comuni, «l'indicatore di gestione (Mol), dato dalla differenza tra ricavi e costi, è in positivo; a eccezione del Cam, che nel periodo 2008-2011 ha un indicatore negativo, di 1,5 milioni di euro». Il debito consolidato è di 51 milioni. Nel 2011, i ricavi sono stati 13 milioni, dei quali soltanto 10 effettivamente incassati. Il costo per il personale (7 milioni) è oltre il 50% per cento del fatturato e il 70% dell'incassato. Altri sei milioni vengono spesi per l'acquisto di energia elettrica. Così per gli investimenti rimangono le briciole. Mentre i Comuni non riescono a ottenere il rimborso delle rate del mutuo pagate. Il mutuo era stato contratto a suo tempo per la realizzazione delle opere (reti e impianti) date successivamente in gestione al Consorzio. Il Cam vanta crediti per 20 milioni, ma alcune partite appaiono di dubbia esigibilità, sia a causa della crisi economica, che non consente a tanti di pagare, sia perché i crediti riferiti al servizio idrico integrato si prescrivono in cinque anni.

RISANAMENTO. Il piano di risanamento elaborato dal Comune di Avezzano prevede: riduzione dei costi, incremento del fatturato, revisione della tariffa, recupero dei crediti, lotta all'evasione e ristrutturazione del debito, allungando i tempi di scadenza, rinegoziando gli interessi e fruendo di agevolazioni statali e comunitari.

NUOVO CDA. Sulla base di questo documento, prima di Natale, l'assemblea dei soci ha eletto il nuovo consiglio di amministrazione. Presidente è Lorenzo De Cesare, consigliere comunale di Avezzano; amministratore delegato e direttore generale è Flavio De Luca. A presiedere il comitato di sorveglianza è stato nominato Antonino Lusi, sindaco di Capistrello.

LITE SULLE DELEGHE. Data la gravità della situazione, ci si aspettava che la nuova governance si sarebbe messa subito al lavoro per raddrizzare la baracca. Invece, si continua a discutere delle deleghe da attribuire all'amministratore delegato. Un tema su cui, già nella precedente assemblea, si era registrata una spaccatura tra centrodestra e centrosinistra. E che continuerà a tenere banco nell'assemblea fissata per oggi Quando ci si deciderà a prendere di petto il problema dei costi?

CONSULENZE. C'è davvero la volontà di tagliare le spese per le collaborazioni esterne e le consulenze, costate, nel 2011, al Cam oltre 900mila euro, e sulle quali l'Ato ha richiesto "specificazioni su cosa sono"? E di rivedere i contratti di fornitura, facendo ricorso al mercato, attraverso gare, e selezionando l'offerta più conveniente? Oppure, per non scontentare qualcuno, si pensa di far quadrare il bilancio del Cam aumentando solo le tariffe?

BOLLETTE. Il debito complessivo del Consorzio, a oggi, è superiore a tre volte i ricavi, Questo significa che i cittadini potrebbero vedersi presto triplicata la bolletta dell'acqua.

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