rocca di mezzo

Il carro “Popoli d’(a)mare” primo alla Festa del narciso

Gran folla alla tradizionale sfilata nonostante l’acquazzone. Applaudite le sette composizioni floreali che hanno fatto il giro del paese

ROCCA DI MEZZO. «Voglio vivere così, col sole in fronte...», proprio quando è arrivato il quinto carro, quello dedicato agli Alpini, e sono risuonate le parole della canzone di Ferruccio Tagliavini del 1941, dai nuvoloni neri che minacciavano Rocca di Mezzo sono iniziate a cadere grosse gocce di pioggia.

Tutti a cercar riparo, il tanto pubblico salito a Rocca di Mezzo per la 69ª edizione della Festa del Narciso, e le centinaia di figuranti che hanno animato la festa. Pioggia durante la sfilata, ma, per fortuna, niente di eccezionale, poco a che vedere con l’acquazzone del 2000 e quello del 2009, nell’edizione del dopo sisma. Ma questa edizione della Festa del narciso già da prima aveva dovuto fare i conti con le bizzarrie del clima. L’anticipo d’estate di alcuni giorni fa, seguito dal successivo ritorno dell’autunno, ha fatto “impazzire” la fioritura dei narcisi della valle.

Con la conseguenza che i narcisi sui carri quest’anno erano meno del solito ma lo spettacolo è stato comunque piacevole in quanto i carri colorati, i costumi, le scenografie sempre più professionali e i movimenti applicati ai carri non hanno fatto rimpiangere la parziale mancanza dei fiori. Sette i carri che hanno sfilato tra due ali di folla e preceduti dalla banda della scuola media Mazzini-Patini.

Ad aprire la sfilata il carro «Il Piccolo principe», della Spensierata compagnia del mercatino (sesto classificato), seguito da quello della compagnia della Fonte di Fontavignone, «M’hai provocato... e io me te magno» (secondo), una simpatica ricostruzione del gesto della vita di ogni giorno, cucinare la pastasciutta. Spettacolare il carro «Sei regni per un narciso» (terzo posto), del Nuovo gruppo del gioco e dell’ingegno. Sei torri e un grande narciso che si apre a riunirle, l’allegoria della Piana delle Rocche. A seguire «La corrida del rispetto» (settimo posto), un simpatico toro che si salva dalla corrida, della compagnia Obinolum (Ovindoli); «Ieri per l’Italia...oggi per il mondo» (quarto posto), carro dedicato agli alpini della Compagnia dei finti tonti. Penultimo carro «Popoli d’(a)mare», spettacolare ricostruzione di celebri monumenti per ricordare che l’Italia è stata un paese di emigranti, realizzato dal gruppo Pianezza e Compagnia bella, seguito dal carro dei giovani, il gruppo Nuova generazione, «Fai della vita un sogno, e di un sogno la realtà» (quinto posto). Alla fine ha vinto il carro denominato «Popoli d’(a)mare» che ha ottenuto sia il primo premio con i voti tramite cartolina che quello della giuria tecnica. Tanta gente ha fatto da cornice lungo il percorso.

Raniero Pizzi

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