Avezzano

Il caso Aratari torna in tribunale, l’ex docente: «Io, condannato per un errore giudiziario»

18 Dicembre 2025

La vicenda giudiziaria avrebbe preso avvio da una denuncia che portò la Guardia di Finanza di Avezzano ad avviare accertamenti sull’attività. Secondo Aratari, le indagini si sarebbero poi estese alla sua sfera privata e familiare, fino a ipotizzare una truffa ai danni dello Stato

AVEZZANO. Torna all’attenzione una vicenda giudiziaria che, circa dieci anni fa, ebbe forte risonanza nella Marsica e che portò alla condanna di Arnaldo Aratari, docente di scienze motorie e successivamente imprenditore nel settore fisioterapico e riabilitativo. Oggi lo stesso Aratari ha deciso di ripercorrere quella storia sul piano giudiziario, sostenendo di essere stato vittima di un grave errore. Secondo Aratari, l’origine di tutto sarebbe legata alla realizzazione del centro fisioterapico Medisalus a Lecce nei Marsi, struttura sorta su un terreno di sua proprietà e autorizzata, sempre secondo la sua ricostruzione, al cambio di destinazione d’uso. «Un centro super attrezzato, con medici e fisioterapisti qualificati e regolarmente convenzionato con la Regione», afferma, aggiungendo che l’attività garantiva «un fatturato medio annuo di circa 500 mila euro». La vicenda giudiziaria avrebbe preso avvio da una denuncia che portò la Guardia di Finanza di Avezzano ad avviare accertamenti sull’attività. Secondo Aratari, le indagini si sarebbero poi estese alla sua sfera privata e familiare, fino a ipotizzare una truffa ai danni dello Stato che avrebbe coinvolto anche il suocero, ultraottantenne, e lo stesso Aratari in relazione al pensionamento anticipato da insegnante. Aratari sostiene che la sua condanna a due anni e sette mesi si sarebbe basata anche su «una intercettazione ambientale in realtà mai esistita». A suo dire, una successiva perizia del tribunale dell’Aquila avrebbe attestato «l’assenza del file audio nei supporti ufficiali», elemento che egli ritiene decisivo. La pena comportò per lui prima il carcere e poi i domiciliari. Nel frattempo il centro Medisalus è stato chiuso e, dal 2020, è stata annullata la convenzione con Asl e Regione Abruzzo, a seguito di contestazioni sulle condizioni strutturali e sui requisiti per l’attività. Aratari parla di «atti contraddittori e privi di riscontri oggettivi» e afferma che «con la chiusura di Medisalus è venuto meno un servizio sanitario importante in un’area già carente». Oggi Aratari riferisce di aver presentato una denuncia-querela alla Procura per falso in atto pubblico nei confronti di due militari della Finanza e di aver depositato ulteriori esposti su presunti accessi abusivi e irregolarità investigative. «Chiedo solo che venga accertata la verità», afferma. Ogni valutazione definitiva resta ora affidata all’autorità giudiziaria.