Il Governatore nella «zona rossa»

La giornata: il giro in centro storico e la visita al campo di piazza d’Armi.

L’AQUILA. Non ama molto le parole il Governatore Mario Draghi. Preferisce i numeri, le previsioni, le strategie finanziarie. Pur mantenendo l’aplomb che è il suo marchio di fabbrica gli si legge sul volto l’emozione per quello che ha appena visto nel cuore della città. In mattinata la riunione nella sede della Banca d’Italia in corso Federico II. Lontano da sguardi indiscreti, nel chiuso delle stanze di uno dei palazzi che ha resistito meglio alla violenza del sisma, Mario Draghi ha potuto constatare personalmente la portata del disastro. Sono da poco passate le 10 quando il corteo di auto che scorta il governatore sfreccia nella villa comunale. Quando arriva nella sede della Carispaq non indulge alla loquacità. Le sensazioni appena vissute nell’attraversare i segni della tragedia del 6 aprile, le tiene dentro di sè.

Governatore, quali sono le sue impressioni dopo la visita in centro storico? «Preferisco non rilasciare dichiarazioni», la risposta di Draghi, ermetico come neanche l’Enrico Cuccia dei tempi migliori. «La Banca d’Italia sta facendo molto», dice il Governatore al sindaco Massimo Cialente e alla presidente della Provincia, Stefania Pezzopane durante un break prima del convegno al primo piano della sede Carispaq di Strinella 88. Frasi «rubate» dai cronisti mentre il governatore sorseggia un caffé nell’ufficio del direttore generale della Carispaq, Rinaldo Tordera, accompagnato dal capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. «Abbiamo bisogno di aiuto e di prospettive», gli confida Cialente, «qui da noi i centri storici hanno delle peculiarità, e la sollecitazione alla riapertura del corso da parte di Banca d’Italia è stata uno stimolo importante per rientrare in centro.

Esiste poi il fenomeno delle seconde case che non va trascurato». Draghi appare interessato e mentre scende le scale spiega che «Bankitalia ha finanziato due palazzi provvisori, utili in questa fase intermedia tra emergenza e ricostruzione definitiva». Vicino al governatore Bertolaso annuiva. Anche la Pezzopane approfitta della presenza di Draghi per chiedere sostegno alla zona franca per L’Aquila. «Sono d’accordo sulla necessità di strumenti speciali», risponde il governatore. Dopo la relazione Draghi si muove verso la tendopoli di piazza d’Armi. Gira in mezzo alle tende, saluta le persone, ancora una volta si mostra incuriosito di fronte ai numeri: delle tende, degli ospiti, dei volontari. «Sa governatore», osservano i responsabili del campo, «la scossa dell’altra sera ci ha fatto tornare indietro. Molti erano tornati a casa e ora sono di nuovo qui per la paura». «È comprensibile» risponde Draghi, che prima di ripartire, ringrazia «a nome mio e di Bankitalia» la Protezione civile «per il lavoro straordinario che sta facendo». Poi sale in macchina e il corteo viene inghiottito dal traffico.