«Il Parco Gran Sasso cambi rotta»

Matarelli (Consulta dei Comuni): «Meno burocrazia e più dialogo con le amministrazioni locali»

L’AQUILA. «Il Parco Gran Sasso-Monti della Laga deve cambiare rotta. Maggior dialogo con le amministrazioni locali e meno vincoli e lacciuoli burocratici». Queste le obiezioni mosse del presidente della Consulta dei Comuni del Parco Antonio Matarelli, che boccia il bilancio di previsione 2015 dell’ente. Troppe spese, per di più ripartite in modo iniquo. L’insediamento del nuovo consiglio di amministrazione dell’ente, guidato dal presidente Arturo Diaconale, avvenuto formalmente martedì scorso dopo otto anni di vacatio, porta con sé una scia di polemiche. Con i 44 sindaci dei comuni, che rientrano nell’area protetta, in rotta di collisione con la governance dell’ente».

«A fronte di una spesa corrente di 6,7 milioni di euro, ben 3,5 milioni sono destinati al personale», fa notare Matarelli. «Al momento il Parco ha settanta dipendenti e un’ottantina di consulenti, che assorbono oltre il 50 per cento delle uscite di bilancio. Mentre nulla è previsto per il completamento delle opere in corso nei comuni del territorio, nel triennio 2015-2017». Considerazioni che hanno spinto il presidente della consulta a non firmare la previsione di bilancio, «considerando che le uniche entrate che arrivano sono quelle legate ai finanziamenti statali».

Una politica poco consona alle reali esigenze del territorio e una mancanza di dialogo con le amministrazioni «che ha portato finora», rileva Matarelli, «disfunzioni e incomprensioni con le comunità locali. Il Parco ha creato enormi danni, non si è mai rapportato con il territorio, ha posto solo regole e divieti: fatto, quest’ultimo, imputabile in parte agli amministratori dei comuni, in parte al consiglio di amministrazione dell’ente, che si è mosso più per affinità politiche che per una reale programmazione del territorio».

La prima obiezione riguarda la gestione economica del Parco Gran Sasso «con un bilancio», sottolinea Matarelli, «in cui oltre il 50 per cento delle voci in uscita sono assorbite dalle spese per il personale, con un numero di consulenze esterne esagerato. Ma sono anche altri gli aspetti gestionali da rivedere, come il marketing, la pubblicità e la vendita di gadget negli infopoint, che costano al Parco molto di più rispetto al ricavato».

La richiesta inoltrata al presidente Diaconale e al nuovo consiglio di amministrazione è chiara: invertire una tendenza «che finora non ha portato risultati positivi».

«Il territorio», spiega Matarelli, «è delle comunità che lo popolano. Gli amministratori locali devono essere coinvolti, a pieno titolo, nel processo di programmazione delle iniziative avviate dall’ente parco. Non è più accettabile la politica del divieto e delle negazioni. Abbiamo un territorio integro e non violato: di fronte a ciò le amministrazioni locali non possono essere condizionate da continue prescrizioni e pareri negativi».

Matarelli porta un esempio su tutti: la sistemazione della strada che collega Barisciano a Castel del Monte.

«Dopo anni di battaglia per avviare i lavori di adeguamento», fa notare il presidente della consulta, «a causa delle prescrizioni del Parco la strada è stata allargata solo in alcuni punti, con tratti inalterati che la rendono pericolosissima».

«Inoltre, all’ingresso di Santo Stefano», conclude, «è stata realizzata una muraglia a faccia vista che cozza con la bellezza e la suggestione del paesaggio circostante».

Resta comunque il fatto che dopo otto anni è finito il periodo di commissariamento.

(m.p.)

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