In pericolo 600 edifici

Nel centro storico puntellati solo la metà

L’AQUILA. Un centinaio di imprese al lavoro e un budget di 10 milioni di euro nel quale devono, però, rientrare anche altri interventi connessi all’emergenza. Diversi i puntellamenti già eseguiti, ma il lavoro sarà ancora lungo e complesso soprattutto nel centro storico dell’Aquila. E poi ci sono le tante case classificate F dove si potrà rientrare una volta completata la messa in sicurezza degli edifici vicini, quelli non risparmiati dalla violenza del terremoto. Una corsa contro il tempo, con diffide e revoche alle ditte troppo lente.

Una decina le imprese “richiamate” al rispetto dei tempi stabiliti dal contratto. E tra queste tre sono state quelle tagliate fuori dai lavori proprio per non avere presentato, entro i dieci giorni previsti, il progetto relativo al puntellamento da eseguire. Un’altra ha, invece, rinunciato.
Imprese qualificate, scelte da un albo elaborato dalle associazioni di categoria e preventivamente passato sotto la lente d’ingrandimento della prefettura per i controlli di rito.
«Il tutto “condito”, per quel che riguarda il centro storico, da un protocollo d’intesa che vede il coinvolgimento della Protezione civile e della Soprintendenza» spiega l’assessore ai lavori pubblici del Comune dell’Aquila, Ermanno Lisi. «In centro sono poco più di una cinquantina le ditte al lavoro per lotti che, naturalmente, ricomprendono più immobili».

Attualmente i cantieri aperti sono poco più di 40 e secondo i dati forniti dalla Soprintendenza sono circa 200 i progetti già approvati per il puntellamento dei palazzi storici sottoposti a vincolo. Complessivamente gli edifici di valore artistico sono più di 450.
Per ridurre l’ingombro all’esterno dei palazzi storici, la Soprintendenza ha chiesto alle ditte interessate di evitare ponteggi sulle facciate e di utilizzare preferibilmente tiranti interni. Il puntellamento all’interno, infatti, è previsto solo per i palazzi con vincoli artistici, mentre per gli altri è necessario mettere in sicurezza solo le pareti esterne in modo tale da scongiurare possibili crolli sulla strada.

«Il lavoro da fare è tantissimo» aggiunge l’assessore Lisi. «Tanto più che in centro ci sono ancora montagne di macerie da rimuovere e demolizioni da eseguire». Secondo i dati forniti dalll’ingegnere Mario Di Gregorio (ufficio tecnico del Comune) sono circa 600 i palazzi da puntellare nel centro storico. Trecento gli interventi già eseguiti.
«Un lavoro» dice «supportato dai vigili del fuoco, impegnati sia in interventi di qualità che di quantità. Un lavoro sinergico, visto che l’input viene dato con un’ordinanza del sindaco che individua anche - secondo la difficoltà dell’intervento - il soggetto esecutore del puntellamento».

Il tutto con la necessità di fare in fretta, di sanare i ritardi, perché l’inverno è vicino ed acqua, neve e gelo renderanno ancora più instabile ciò che è rimasto in piedi.
«Per la messa in sicurezza degli edifici» aggiunge ancora Di Gregorio «stiamo attingendo al fondo di dieci milioni di euro che, però, serve a coprire anche altre “voci” legate all’emergenza, quali le demolizioni, i contributi per l’autonoma sistemazione e persino la verifica sugli impianti termici. Un fondo comunque non fisso che, stando alle garanzie fornite dalla Protezione civile, dovrà essere via via “rimpolpato” ad ogni rendicontazione».

C’è poi la questione delle case classificate F. Oltre 1.000, secondo il Comune, i puntellamenti da eseguire per scongiurare il rischio di danni provocati dal crollo di palazzi limitrofi. Trecento sono, invece, gli interventi già eseguiti. Il Comune punta a velocizzare i lavori, perché dalla messa in sicurezza degli edifici pericolanti dipenderà la riapertura di altre strade in centro e il rientro (per ora) in quelle case (sempre F) situate nei quartieri e nelle frazioni. Nella sola Arischia, ad esempio, sono state 143 le case classificate F tornate agibili.
Dei puntellamenti per i monumenti, invece, si stanno per lo più occupando i vigili del fuoco. Sono previste coperture provvisorie per la maggior parte delle chiese e degli edifici di rilievo storico-artistico.

Secondo la Soprintendenza, per completare le operazioni saranno necessari almeno tre anni. Per quanto riguarda le chiese potrebbe essere approvato nei prossimi giorni un programma, in collaborazione con la Curia, per la riapertura - entro Natale - delle strutture meno danneggiate, tutte situate fuori dal centro.