La Regione verso la revisione della normativa sismica: mappe specifiche nelle zone abruzzesi a elevato rischio.

«Indagini anche sugli edifici esistenti»

La richiesta dell’Ordine degli ingegneri. Sindaci pronti a utilizzare la ricerca.

L’AQUILA. Più sindaci hanno chiesto le mappe sulla microzonazione. A breve la Protezione civile organizzerà un incontro con i rappresentanti dei Comuni e con la Regione. Un altro incontro è in programma con i rappresentanti di geologi e ingegneri. Questi ultimi chiedono «lo studio degli edifici esistenti dove bisognerà valutare, caso per caso, con delle prove puntuali, l’effetto di propagazione delle onde sismiche». Anche nel resto dell’Abruzzo, dove esistono comprensori ad alto rischio sismico, si comincia a parlare di prevenzione e microzonazione.

«È in fase di studio la revisione della normativa sismica regionale», sottolinea Vincenzo Antenucci, dirigente della Protezione civile abruzzese, «andrebbe reso obbligatorio almeno il primo livello della microzonazione sismica, che consiste in una raccolta di dati preesistenti, elaborati per suddividere il territorio in microzone qualitativamente omogenee».
La microzonazione, stando a quanto previsto dai vertici della Protezione civile regionale, andrebbe estesa nelle località più a rischio, colpite da forti terremoti nel corso dei secoli passati: Marsica, Alto e Medio Sangro, Abruzzo meridionale, Valle Peligna, Teramano.
La Protezione civile ha ribadito che attualmente sono in corso studi sulla vulnerabilità degli edifici nel Reatino e nel Frusinate, zone confinanti con l’Abruzzo dove sono stati registrati recenti eventi sismici.

Nell’Aquilano, dove la microzonazione è diventata realtà, si chiede uno studio tecnico ancora più dettagliato. La richiesta è arrivata ieri assieme a quella di un incontro fra Protezione civile e le categorie professionali (tecnici, ingegneri, geologi). L’incontro dovrebbe tenersi la prossima settimana. Secondo il presidente dell’Ordine degli ingegneri, Paolo De Santis, «il tecnico è il vero attore per capire il comportamento del terreno. La microzonazione è uno studio a larga scala che ci dà indicazioni per la programmazione. Indicazioni che dovranno essere recepite dai singoli comuni. Diverso invece è lo studio degli edifici esistenti dove bisognerà valutare caso per caso con delle prove puntuali sulle propagazioni delle onde sismiche». De Santis aveva già sottolineato che lo «studio sulla microzonazione ha fotografato una realtà migliore di quella che si poteva immaginare.

Il tutto tenendo però conto che questo è un territorio ad alto rischio sismico. Il lavoro fatto dai 150 ricercatori e tecnici è un buon punto di partenza per la pianificazione futura di questo territorio. Ma poi bisognerà vedere caso per caso. Oggi abbiamo tecniche all’avanguardia per realizzare edifici sicuri». Diverso il discorso sul recupero degli edifici con danni strutturali. «Abbiamo un numero enorme di case clasificate E che non possono essere liquidate in modo frettoloso» aveva spiegato il presidente dell’Ordine degli ingegneri.

Ieri una delegazione di geologi e ingegneri si è presentata nella scuola della Finanza per partecipare alla conferenza stampa indetta per illustrare gli studi di microzonazione. La delegazione non ha partecipato all’incontro riservato ai giornalisti e c’è stata una piccola polemica. La Protezione civile ha precisato che non si trattava di un convegno e per tale motivo ha subito promesso che verrà fissare un incontro con le categorie interessate.