Carabinieri del Nas

L'AQUILA

Intossicazioni alimentari, l'allarme dei Nas

I militari raccomandano di evitare l'acquisto di prodotti ittici conservati male. Denunciato un commerciante

L’AQUILA. Si chiama sindrome sgombroidea ed è una delle più comuni intossicazioni da ingestione di pesce, conosciuta anche come intossicazione da istamina. A provocarla è l'attività di enzimi e processi degradativi, innescata spesso dalla non corretta temperatura di conservazione dei prodotti ittici. L’allarme arriva dai carabinieri del Nas, all’indomani della denuncia di un commerciante ambulante dell’Aquilano che aveva in vendita circa 140 chili di produzioni alimentari: oltre a mozzarelle, provola e ricotta di bufala, prodotti ittici come alici marinate e surimi (in giapponese, pesce tritato) in cattivo stato di conservazione. Il cibo era depositato su un banchetto all’aperto, sotto un gazebo, senza frigorifero, quindi esposto a temperatura ambiente (circa 20 gradi centigradi). Chiamato dai militari sul posto, il dirigente del servizio Ian della Asl dell’Aquila ha subito disposto il divieto di utilizzo di tutti gli alimenti e la successiva distruzione. Il caso denunciato è, in realtà, molto più frequente di quanto si pensi, specie con l’approssimarsi dei mesi più caldi. Il consiglio del Nas è dunque quello di prestare molta attenzione alle temperature (+4) indicate sull’etichetta dei prodotti, specie quando sono freschi, e alle modalità di conservazione dei cibi. Solo così si può evitare di acquistare alimenti che potrebbero rivelarsi non solo semplicemente maleodoranti ma potenzialmente pericolosi per la salute, a causa del proliferare di pericolosi batteri. I sintomi della sindrome sgombroidea compaiono rapidamente (da pochi minuti a 2-3 ore, in media 90 minuti) dopo aver ingerito cibo conservato male. Spesso si manifestano con forti mal di testa, iperemia congiuntivale, bocca che brucia, eritema (rossore diffuso della cute), orticaria, nausea, vomito, diarrea e dolori crampiformi addominali.

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