L'Aquila, i cento giorni di Biondi: tre mesi di battaglie e accuse reciproche 

Il centrosinistra attacca: «Da giugno non è stato fatto nulla». Biondi replica: a metà ottobre parlerò dei progetti realizzati

L’AQUILA. Oltre tre mesi di «nulla». Primi tre mesi di «tutto quello che è stato possibile fare e che la ex giunta Cialente non ha fatto». Bianco e nero, bene e male, giusto e sbagliato. L’opposizione di centrosinistra in consiglio comunale accusa; il sindaco di centrodestra, Pierluigi Biondi, replica e rimanda a metà ottobre l’analisi dei suoi 100 giorni.
Nel frattempo gli strascichi del «cafone», non solo con riferimenti siloniani, si fanno sentire. «Mi dispiace che un cafone di paese debba venire qua a comandare su voi professori o debba venire a governare una città che pensavate che si potesse fare solamente con gli illuminati intramoenia...».
È lo stralcio del verbale dell’intervento di Biondi, in risposta ad Angelo Mancini e Americo Di Benedetto, nel corso del consiglio comunale del 31 luglio scorso. La parola «cafone», come si era autodefinito il sindaco, è tornata a farsi sentire, da parte dell’opposizione. Che dopo azioni dimostrative – come il consigliere dell’Mdp-Articolo 1, Giustino Masciocco, che ha stracciato in aula il programma di mandato presentato da Biondi, oppure la prima grana politica di Biondi, costretto a difendere il suo eletto Daniele D’Angelo detto Parkkeller, che ha postato su Fb: «Il fascismo è uno stile di vita». E la risposta del centrosinistra – «Non vogliamo neofascisti, si deve dimettere» – che ora accusa l’amministrazione di «non aver fatto nulla in questi primi tre mesi».
«Sono passati ormai oltre tre mesi dalle elezioni e siamo ancora in attesa di poterci confrontare su un’idea di città e su reali atti amministrativi prodotti dalla nuova maggioranza», scrivono i consiglieri Stefano Palumbo, Stefano Albano, Americo Di Benedetto, Emanuela Iorio, Antonio Nardantonio, Angelo Mancini, Elisabetta Vicini, Elia Serpetti, Paolo Romano e Lelio De Santis (mancano solo Carla Cimoroni e Giustino Masciocco, quest’ultimo per una questione di stile, visto che l’intervento dell’opposizione è anche in sua difesa). «Restiamo all’evidenza dei fatti: l’attuale maggioranza ha portato alla discussione del consiglio comunale solo il programma di mandato presentato in campagna elettorale, un condono fiscale e il piano sociale, costruito dalla precedente amministrazione. Nonostante i nostri tentativi di approfondire proposte e stimolare la discussione su idee e progetti, questi non sono emersi, semplicemente perché non ci sono. Le uniche risposte ottenute finora sono stati lo sgarbo istituzionale e la violenza verbale. Gli attacchi personali rivolti dai gruppi di maggioranza al consigliere Giustino Masciocco, a cui va la nostra piena solidarietà, certificano il clima svilente in cui annaspa il dibattito politico con l'attuale amministrazione. Ci si attacca ad una parola, volutamente provocatoria, utilizzata dal capogruppo di Articolo 1 e ci si nasconde grottescamente dietro questo spauracchio per passare alle offese personali».
Biondi, dal canto suo, replica enunciando quanto ha fatto fino a questo momento.
«Stiamo attuando il piano di riorganizzazione della macchina comunale», sottolinea il sindaco, «che mai nessuna amministrazione ha affrontato; sono stato eletto il 25 giugno e il 27, due giorni dopo, ho messo in moto il cantiere delle Fontari, altrimenti fermo; mi sono attivato per le scuole; per il decoro urbano; per le questioni sospese come il Piano sociale; la mobilità urbana sostenibile; ho ripreso contatti con il governo per il personale delle scuole, la ricostruzione e il bilancio; il bando per la scuola di Sassa. Ogni lunedì c’è il briefing con i dirigenti comunali. È nulla in tre mesi?».
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