L'Aquila, map “scadenti”: assolto il maresciallo Ragone 

La sentenza dopo tre mesi passati agli arresti domiciliari. L'avvocato Ciuffetelli: «Riabilitato come uomo e come militare»

L’AQUILA. Era finito sotto processo “sepolto” da accuse pesantissime: peculato, truffa aggravata, corruzione, estorsione e falso. In seguito a queste contestazioni, nel marzo del 2013 fu arrestato e rimase ai domiciliari per quasi tre mesi e poi gravato dall’obbligo di firma per 20 giorni. Il maresciallo dell’Esercito Rocco Ragone, di Mola (Bari), 56 anni, inquadrato nella veste di tecnico in servizio del dipartimento della Protezione civile,  è stato assolto dal tribunale «perché il fatto non sussiste». L’accusa principale, in concreto, era di aver chiuso un occhio sulle irregolarità dei lavori in un appalto che ha portato alla realizzazione di casette post-sisma, i Map (moduli abitativi provvisori) che sembravano di pessima qualità a Cansatessa, San Vittorino, Arischia e Tempera.
Nel corso del processo definito dopo una breve camera di consiglio, però lo stesso pm Simonetta Ciccarelli (ma non fu lei a gestire il procedimento quando fu aperto), ha chiesto l’assoluzione per le accuse più pesanti invocando due anni di reclusione per truffa e falso. Ragone avrebbe alterato gli orari di lavoro in modo da ottenere rimborsi per 2mila euro non dovuti. In realtà, nel corso dell’istruttoria, è emerso che Ragone, come ha rimarcato il suo avvocato Amedeo Ciuffetelli, aveva lavorato ben oltre gli orari anche per compiti che spettavano ad altri. Inoltre, ha usato la sua auto per gli spostamenti che spesso aveva addirittura prestato ai colleghi per altri lavori. Insomma l’esatto contrario di quanto emerso in un’istruttoria perlomeno discutibile. "Il mio assistito esce riabilitato sia come uomo sia come militare", il commento dell'avvocato.
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