L'Aquila, meno zona rossa in centro storico

Aumenta l’area che si potrà percorrere a piedi, ecco tutte le strade riaperte. Lombardi: le proprietà danneggiate, che siano pubbliche o private vanno considerate allo stesso modo

L’AQUILA. La zona rossa del centro storico dell’Aquila si riduce ulteriormente, dopo un nuovo intervento di riperimetrazione disposto dal sindaco Massimo Cialente. L’annuncio arriva a margine della seduta del consiglio comunale, ospitata ancora una volta nella sede dei laboratori del Gran Sasso. Tra le decisioni assunte dal primo cittadino, quella riguardante il reinserimento nell’area percorribile che circoscrive il supermercato Standa. I provvedimenti - consultabili sul sito Internet del Comune dell’Aquila - sottraggono alla zona rossa vico di Picenze, (dal numero civico 28 al 24), in corrispondenza con l’intersezione di via Tione) e via Celestino V, a ridosso del complesso, ora inagibile, della vecchia mensa dei poveri. Riaperta anche parte di via Cesare Battisti. Modifiche disposte anche nei pressi di piazza del Teatro, con l’apertura parziale di via Sinizzo, fino al numero civico 9. Le disposizioni rappresentano un passo in avanti, verso il ripristino della viabilità dell’ultimo tratto di corso Vittorio Emanuele.

LINEE GUIDA
E proprio sulla ricostruzione del centro storico dell’Aquila, ma anche di quelli delle varie frazioni, il Consiglio vuole giocare la sua partita più importante. Un dibattito che nasce dalla proposta di deliberazione dela V Commissione consiliare «Garanzia e controllo», su criteri, indirizzi e linee generali per gli interventi di ricostruzione e restauro dei centri, la cui votazione è stata rinviata alla prossima seduta. «Il centro storico dell’Aquila, così come gli altri centri delle frazioni costituiscono la nostra priorità di intervento», ha detto il consigliere comunale, Enzo Lombardi (Forza Italia), presidente della commissione. «Devono essere considerati integralmente, in quanto beni di interesse generale per il nostro Paese. In tal senso», ha aggiunto, «tutte le proprietà che ricadono nel centro storico, siano esse pubbliche, siano esse private devono essere trattate allo stesso modo, perché nella ricostruzione non si deve tralasciare nessun elemento». Lombardi ha ribadito che «la copertura finanziaria di tutti gli interventi spetta allo Stato e che i fondi devono essere gestiti dal Comune, insieme alla Regione». Di qui, la necessità di rinnovare il dialogo tra il consiglio e la Struttura tecnica di missione.

Importante è anche definire le priorità di intervento, anche perché la questione degli aggregati e dei consorzi è estremamente complessa, «specie quando non c’è certezza sulle risorse delle seconde case». Quelle stesse risorse a cui ha fatto appello l’assessore Pietro Di Stefano. «Appare chiaro», ha spiegato, «in quanto riconosciuto da tutti, che le risorse non sono sufficienti, specie se si tira in ballo la questione seconde case». C’è ancora incertezza circa il cronoprogramma delle provviste finanziarie, anche in relazione a quelli che sono i tempi per la ricostruzione e si tira in ballo la convenzione per il finanziamento agevolato, da parte dei vari istituti bancari, con l’eliminazione dell’iscrizione ipotecaria. Ma la questione è anche metodologica.

«La nostra esigenza fondamentale», ha spiegato il presidente del consiglio, Carlo Benedetti, «è quella di semplificare le linee guida per consentire una ripresa dell’attività edilizia e commerciale del centro. La nostra vita è adesso», ha aggiunto, «non fra dieci anni». Interventi critici sono arrivati dai consiglieri Vito Albano (Pd) e Enrico Perilli (Prc), il quale ha ritenuto «inutile una discussione di voto su un documento che è stato già bollato dall’architetto Gaetano Fontana, come “pura economia familiare”». È intervenuto anche Roberto Tinari (Rialzati L’Aquila), per scandire i tempi. Il protrarsi del dibattito ha portato l’assise a rinviare il voto.

SEDE
Resta aperta la questione della sede. «Abbiamo grandi difficoltà a fare svolgere le nostre sedute del consiglio all’Aquila», ha spiegato Benedetti, «in quanto non esistono al momento strutture disponibili che possano garantire gli standard di sicurezza richiesti. D’altra parte non abbiamo neanche facoltà di utilizzare l’aula del consiglio regionale perché, dopo l’occupazione della struttura da parte dei commercianti di piazza Duomo, i consiglieri regionali ci hanno lasciato intendere che quest’aula non è più a nostra disposizione». Alcuni cittadini hanno però proposto la possibilità di fare ospitare il consiglio nelle aule multimediali dei plessi scolastici cittadini disponibili. «Da parte nostra stiamo facendo tutto il possibile», ha replicato Benedetti, «per tornare a fare le sedute in città, in quanto non è neanche praticabile la possibilità di continuare a svolgere sedute nelle sedi dell’auditorium Carispaq e dell’Ance perché queste organizzazioni hanno una vivace attività istituzionale».

AFM
È stata invece approvata la mozione a firma dei consiglieri Giuseppe Bernardi (Sinistra democratica), Emanuele Imprudente (Mpa) oltre ad Albano, sull’Azienda farmaceutica municipale (Afm), relativamente, in particolare, alla dismissione del deposito dei farmaci. Attraverso il documento il consiglio impegna il sindaco Cialente e la giunta a verificare la legittimità e l’opportunità del provvedimento di chiusura del magazzino, avviato dal consiglio di amministrazione dell’ex-municipalizzata e a sospenderlo in via cautelativa.

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