Cuccioli di orso morti a Scanno, la Procura di Sulmona apre un'inchiesta

Parco d'Abruzzo Lazio Molise: “Verifiche sull’invaso”, che era già stato oggetto di interventi di messa in sicurezza da parte dell'associazione 'Salviamo l'Orso' nel 2021
SULMONA. La Procura di Sulmona ha aperto un'inchiesta sulla morte dei due cuccioli di orso trovati stamane nell'invaso di innevamento artificiale di Colle Rotondo a Scanno. Un atto dovuto quella della Procura che ha disposto accertamenti. L'invaso artificiale di innevamento di Scanno era già stato oggetto di interventi di messa in sicurezza da parte dell'associazione 'Salviamo l'Orso' nel 2021, attraverso l'installazione di quattro griglie metalliche poggiate sulle sponde dell'invaso, scivolose a causa dei teli in plastica. Le stesse, però, erano state distrutte dal peso della neve e del ghiaccio che in inverno ricopre l'invaso.
Proprio in considerazione dell'esito dei precedenti interventi le Associazioni Rewilding Apennines e Salviamo l'Orso, insieme al Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm) e al Comune di Scanno, quest'ultimo responsabile della gestione dell'infrastruttura, stavano definendo gli interventi per la messa in sicurezza definitiva, che doveva necessariamente riguardare la recinzione dell'invaso, anche a tutela della pubblica incolumità, perché la stessa aveva diversi problemi di tenuta, infatti ha permesso agli orsi di superarla e accedere alle sponde.
"Tanto lavoro è stato svolto, e viene svolto continuamente, dal Parco e dalle Associazioni Salviamo l'Orso e Rewilding Apennines, con il censimento e la messa in sicurezza di decine di situazioni analoghe, soprattutto dopo il tragico evento della Serralunga del 2018 - sottolinea il Pnalm in una nota - Difficile testimoniare lo stato d'animo di ognuno di noi per questa terribile perdita. Non si tratta di dispiacere, ma di un dolore profondo che scatena mille domande. L'evento nefasto ancora una volta ci ricorda quanto complessa e delicata è la sfida della conservazione, di cui ci facciamo carico, lavorando però all'interno di un quadro normativo che ci dà la responsabilità della tutela senza darci i mezzi giuridici adeguati ad affrontare tutte le situazioni, tenuto conto che ci sono anche altre Istituzioni che hanno la titolarità degli interventi, sia all'interno sia nei territori contermini al Parco".
Per il presidente del Parco, Giovanni Cannata, "avere la responsabilità significa anche poter agire senza se e senza ma per la conservazione degli habitat e della fauna, in un quadro organico coordinato con le altre Istituzioni, il ministero dell'Ambiente, le Regioni, le altre aree protette e i Comuni impegnati sullo stesso fronte. Essendo l'orso bruno marsicano una specie a rischio d'estinzione, questo dovrebbe generare in ogni Istituzione coinvolta un senso di forte priorità sulle azioni da fare e sulle risorse da investire. Ad oggi, purtroppo, questo non è così scontato".
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