ricostruzione

L'Aquila, tentata truffa: otto mesi a un ingegnere

Condannato Di Marco mentre il costruttore Mazzi è stato rinviato a giudizio. Prosciolto amministratore di condominio

L’AQUILA. Una condanna, un rinvio a giudizio e un proscioglimento. Così si è definita, in udienza preliminare, l’inchiesta avviata dalla Guardia di finanza su presunte irregolarità nella ricostruzione del condominio Habitat, a piazza d’Armi, zona casermette, formato da 70 appartamenti. Ieri, con l’accusa di tentata truffa e falso, l’ingegnere Giacomo Di Marco è stato condannato a otto mesi di reclusione con i benefìci di legge. Il costruttore Paolo Mazzi ha scelto il rito ordinario ed è stato rinviato a giudizio nel processo che si terrà il 21 febbraio 2017, mentre è stato prosciolto l’amministratore di condominio Antonio Del Re, la cui posizione è sembrata subito davvero marginale.

I provvedimenti sono stati decisi dal gup Guendalina Buccella al termine del rito abbreviato dopo che il pm David Mancini aveva chiesto un anno e due mesi di reclusione.

Questi i fatti dietro l’indagine: a fronte di un contributo riconosciuto per la ricostruzione per un importo complessivo di 9 milioni e 500mila euro circa, l’impresa affidataria, una società di capitali di Verona, la Mazzi, molto attiva in tutta Italia prima della crisi di liquidità che l’ha colpita, aveva rendicontato lavori in realtà non eseguiti in tutto o in parte per un importo di mezzo milione di euro, ancora da fatturare e liquidare.

All’aggravarsi delle difficoltà economiche dell’impresa visto che i soldi pubblici non arrivavano, il suo amministratore delegato, Paolo Mazzi, originario della provincia di Verona, in concorso con il progettista e direttore dei lavori, Giacomo Di Marco, 68 anni, aquilano e l’amministratore di condominio, Antonio Del Re, 49 anni, pure lui aquilano, avrebbe compilato e presentato documenti che attestavano lavori mai realizzati. I tre furono subito indagati per il reato di tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falsità materiale commessa da privato in atto pubblico in danno del Comune.

La Finanza, su richiesta del pm e ordine del gip, sequestrò circa mezzo milione di euro, che sarebbe la somma oggetto della presunta tentata truffa. Ma va anche detto che un perito ha affermato che la somma in questione sarebbe meno della metà di quella inizialmente contestata. Il palazzo, comunque, è stato correttamente ristrutturato ed è tornato a essere abitato. Nel corso del procedimento Di Marco, che contesta tutte le accuse, è stato assistito dall’avvocato Erminio Di Timoteo il quale presenterà ricorso, mentre Del Re è stato difeso dall’avvocato Fabio Alessandroni.

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