«L’ho colpito, ma non per uccidere»

Confessa il romeno arrestato, come arma utilizzato un vetro.

SANTE MARIE. Ha confessato. Adrian Zabuliche, il romeno di 24 anni accusato dell’omicidio di Julian Bivolaru (18), ha ammesso davanti al Gip di aver sferrato il colpo che ha causato la morte del connazionale. Ha sostenuto, però, che la notte di San Silvestro, nella casa di San Giovanni di Sante Marie, non voleva uccidere.

L’UDIENZA. L’indagato è stato interrogato ieri mattina dal Gip del tribunale di Latina, Tiziana Coccoluto, e ha cambiato versione rispetto al primo interrogatorio avvenuto sabato nel carcere di via Aspromonte a Latina davanti al pubblico ministero Maria Eleonora Tortora. Inizialmente, il romeno aveva respinto ogni accusa, ammettendo solo la lite. Ieri ha cambiato versione, ma si è difeso.

LA CONFESSIONE. Zabuliche ha ammesso di aver colpito il connazionale, ma ha aggiunto di essere andato via convinto di avergli procurato solo una lieve ferita. Ci sarebbe stata prima una spinta, e poi sarebbe stato sferrato il fendente alla coscia sinistra. Durante l’interrogatorio, Adrian Zabuliche si è poi difeso sostenendo di essere stato minacciato dalla vittima e di aver agito per reazione e paura. Ha dichiarato, inoltre, che in quel momento si trovava sotto l’effetto dell’alcol.

IL MOVENTE. Alla base della discussione, secondo la testimonianza rilasciata dall’indagato, difeso dall’avvocato Stefano Pacini, del foro di Latina, ci sarebbe stato un corteggiamento non gradito a una ragazza. Secondo sei testimoni, prima del delitto sarebbe avvenuta una zuffa. La lite tra l’arrestato e la vittima, che avrebbe poi portato al ferimento mortale avvenuto nella casa di via Corso 45, nella frazione di San Giovanni, sarebbe sorta all’una e mezza. L’omicidio, invece, sarebbe avvenuto intorno alle 5. Il romeno di 19 anni è morto dopo pochi minuti dal ferimento.

VETRO COME ARMA. Non è stata ancora trovata nonostante le perquisizioni dei carabinieri. Durante l’udienza di convalida, Adrian Zabuliche ha parlato di un vetro, mentre i testimoni sostengono che avesse un coltello a serramanico.

I DUBBI. Sulla vicenda ci sono ancora lati oscuri. Come il ruolo di S.Z., fratello minore di Adrian Zabuliche che, secondo diverse testimonianze, si sarebbe recato con il cugino ad Aprilia proprio per chiedere il sostegno dell’indagato dopo la prima lite. Una questione non ancora chiarita, ma di grande rilevanza ai fini dell’indagine. Un nodo che dovrà sciogliere nelle prossime ore il sostituto procuratore della Repubblica di Avezzano, Federica De Maio, titolare dell’inchiesta.

IL RITO FUNEBRE. Ieri pomeriggio, all’ospedale di Avezzano, è stata eseguita l’autopsia sul corpo della vittima. La morte è avvenuta per arresto cardiocircolatorio dovuto all’emorragia causata dalla ferita alla coscia sinistra, che ha reciso l’arteria femorale. La salma del giovane sarà rimpatriata nei prossimi giorni in Romania dove avverrà il rito funebre.