L’invasione pacifica dei 2.500 di Casapound

Un lungo corteo ha attraversato la città con slogan e cori, ma senza incidenti Alla Villa comunale il comizio (col megafono) della candidata sindaco Pagliariccio

L’AQUILA. Hanno sfilato in 2.500 (stima della questura), da via De Gasperi, attraverso via Strinella fino alla Villa Comunale, alla manifestazione nazionale di Casapound. Una marea di bandiere rosse con il loro stemma nero, e bandiere italiane e azzure dell’Europa, ma “cancellate” da una grande croce rossa. Tanta gente comune, famiglie con bimbi, disabili.

Sono arrivati da tutta l’Italia, dalla Lombardia, Veneto, Piemonte, Lazio, Sicilia. Gli abruzzesi e gli aquilani stimati erano 350. Tutti insieme a gridare tre slogan: «La sovranità nazionale, l’uscita dall’Unione europea e la priorità agli italiani per casa, lavoro e servizi sociali». E per presentare la candidata sindaco di Casapound all’Aquila: Claudia Pagliariccio, 36 anni, moglie e madre di due bambini, che quando non svolge i servizi a Casapound («assistenza agli anziani, alle famiglie bisognose», ha precisato) lavora in un call center e in un doposcuola.

Un corteo colorato e pacifico, senza insulti e esasperazioni, nonostante ieri mattina siano comparsi alcuni manifesti con la scritta “via i fascisti dall’Aquila”, oscurati in tempo reale. E la ventina di associazioni di sinistra che ha ribadito come L’Aquila sia «città dei Nove Martiri e antifascista». «Rispetto per i morti, ma L’Aquila è anche lo stadio comunale, la Fontana Luminosa, la piscina, Campo Imperatore, opere dell’epoca fascista, tuttora gioielli monumentali della città, a testimoniare che L’Aquila non potrà mai essere totalmente antifascista», hanno sottolineato da Casapound. In corteo anche l’avvocato Maurizio Dionisio, che ha sfilato indossando una maglietta (nera) dedicata a Italo Palesse, il giovane di Ocre fucilato dagli americani per spionaggio. La riuscita della manifestazione è dovuta anche ai controlli, partiti dal giorno prima, coordinati dalla questura. Ieri 150 agenti, tra carabinieri e polizia, hanno evitato contatti o infiltrazioni, con due elicotteri a sorvolare la zona. Tutto è filato liscio e addirittura alla Villa c’erano anche alcuni esponenti, solo per curiosità, del centrosinistra, come Fabio Ranieri.

Un comizio improvvisato della candidata sindaco Claudia Pagliariccio, come negli anni ’50-’60, con un camioncino Ford a fare da palco, sotto al monumento ai Caduti, e con un megafono in mano che la sua esile – ma decisa – figura faceva fatica a sorreggere. «Il nostro obiettivo? Arrivare almeno ad avere un posto in consiglio comunale», ha detto.

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