L’Urban center punta su partecipazione e trasparenza

Dopo un parto difficile pronto il regolamento attuativo Museo della città e archivio della memoria tra gli obiettivi

L’AQUILA. È stato un parto difficile, ma finalmente l’Urban center comincia a prendere forma. In una città in cui si sta ricostruendo un po’ a caso (nonostante i proclami di palazzo Fibbioni) la nascita di un’associazione che possa dare indirizzi e suggerimenti all’amministrazione comunale per disegnare la città del futuro (sempre che non sia un po’ tardi) può essere considerata una buona notizia. Nei giorni scorsi è stata messa a punto una bozza del regolamento attuativo dell’Urban center, regolamento che sarà discusso e approvato nell’assemblea dei soci (fra i quali c’è di diritto il Comune dell’Aquila) prevista fra una decina di giorni.

Il documento si compone di 25 pagine, è per gran parte scritto in burocratese (vecchio vizio italiano che tarda a morire) tanto che per orientarsi bisogna rileggerlo almeno tre volte e alla fine resta l’impressione che per ora di concreto c’è poco. Ma è meglio non disperare.

Partiamo dal concetto base e cioè: che cosa deve fare un Urban center? Nel regolamento c’è un richiamo agli scopi sociali «indirizzati a favorire la partecipazione attiva delle cittadine e dei cittadini, promuovere e raccogliere iniziative e proposte formulate da soggetti pubblici e privati, finalizzate a soluzioni condivise ricercate attraverso il confronto e la pianificazione, riguardanti i beni comuni e destinate a qualificare e migliorare il territorio aquilano e la sua vita sociale e civile».

La parola magica dell’urban center è “partecipazione” che si lega a “comunicazione”. In sintesi: conoscere, discutere, decidere. Nel regolamento infatti c’è scritto: «Partecipazione e comunicazione (intesa come informazione, raccolta dati e atti prodromici e/o decisionali), costituiscono un binomio indissolubile, oltre che necessario, se si intende giungere effettivamente a decisioni migliori e più condivise e se si vuole garantire in modo reale l’esercizio di nuovi diritti di cittadinanza da parte dei cittadini. È fondamentale che i messaggi e le informazioni fra i due poli di comunicazione (amministrazione/cittadino) possano fruire del flusso bilaterale necessario a ogni comunicazione. La rottura politica e tecnica dei flussi di comunicazione, riscontrabile nel nostro territorio, è una delle cause del degrado della qualità della vita e purtroppo, anche di quello delle attività economiche e sociali. La comunicazione costituisce un importante contributo che si sviluppa prima, durante e dopo lo svolgimento del processo partecipativo».

Altra parola chiave è “trasparenza” che è «lo strumento principale per assicurare l’imparzialità nei rapporti con i cittadini attivi e la verificabilità delle azioni svolte e dei risultati ottenuti». Molte pagine sono dedicate agli organi statutari (il presidete – che oggi è Maurizio Sbaffo – resta in carica due anni ma non si spiega se rinnovabili o meno) dalle quali emerge il ruolo fondamentale che avranno il comitato scientifico e i tavoli tematici di partecipazione.Per quanto riguarda le cose più concrete e di interesse immediato per i cittadini nel regolamento vengono indicati come obiettivi prioritari il museo della città e l’archivio della memoria. «La salvaguardia della memoria civica della comunità aquilana stravolta dall’evento sismico di sette anni fa», si legge nel regolamento, «impone uno sforzo straordinario da parte delle Istituzioni, a ciò preposte, mediante l’attivazione di tutte quelle iniziative che consentano in tempi ravvicinati la piena fruibilità dell’ingente patrimonio accumulato nel corso dei secoli (fondi delle biblioteche ed archivi pubblici e privati, emergenze monumentali e architettoniche, opere musealizzate). Patrimonio in gran parte sequestrato dalla catastrofe». Infine, la «visibilità mediatica dell’attività dell’Urban center troverà una sua pregnante fisionomia in concomitanza della promozione e dell’organizzazione di forum, tavole rotonde, seminari, convegni tesi ad approfondire le complesse tematiche della ricostruzione fisica e sociale».

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