Piscitelli al sindaco Federico: reparti da trasferire al San Raffaele

La Cisl sollecita il trasloco della vecchia ala ospedaliera

SULMONA. «Bisogna spostare subito l’ospedale nella clinica San Raffaele prima che inizi lo smantellamento dei reparti». L’allarme è della Cisl-Fps che temendo un graduale ridimensionamento della struttura peligna chiede il trasferimento in attesa che sia realizzato il nuovo ospedale.

A non far dormire sonni tranquilli ai sindacalista è la situazione strutturale dell’intero plesso ospedaliero che, secondo indiscrezioni arrivate alle orecchie della Cisl, non sarebbe idoneo a ospitare l’attività sanitaria.

Sospetti che sono stati avanzati, tempo addietro, anche dal primo cittadino Fabio Federico.
«Siamo ancora in attesa che vengano rese pubbliche le relazioni sulla stabilità e agibilità dell’attuale ospedale», afferma con preoccupazione il delegato Cisl-Fps, Flavio Piscitelli «il cui ritardo non fa altro che alzare il livello di ansia tra gli operatori. Secondo voci non confermate, nessuna delle due ali sarebbe idonea al proseguimento dell’attività sanitaria. È decisamente preoccupante il silenzio delle istituzioni locali e regionali sia per quanto attiene l’attuale struttura, sia per un eventuale ipotesi di temporaneo trasferimento, ma soprattutto per l’assoluta mancanza di novità circa l’eventuale realizzazione, più volte annunciata, ma mai passata alla fase progettuale».

Per la Cisl è emblematico il fatto che ancora nessuno si sia preoccupato di indicare il sito dove costrure il nuovo ospedale né di verificare la reale esistenza di copertura finanziaria da parte del ministero alla Sanità».
«Insomma ci troviamo di nuovo di fronte alle solite cose fatte con grande superficialità», prosegue Piscitelli, «tante chiacchiere, ma pochi fatti che ci fanno sempre attendere novità dai cosiddetti santi in Paradiso, per chi ce li ha».

La Cisl chiude mettendo in guardia il primo cittadino da possibili imboscate, invitandolo ad agire immediatamente per spostare l’ospedale nella clinica San Raffaele.
«È in gioco la salute dei cittadini», conclude Piscitelli, «per non parlare dei posti di lavoro e delle professionalità che si rischiano di perdere a favore di altri ospedali con gravi ripercussioni anche per l’asfittico circuito economico sulmonese che non accenna a riprendersi».

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