La fronda nel Pdl Pieri: «Via Piccone e Giuliante»

L’AQUILA. Non rientra lo scontro nel Pdl. Dopo la presentazione delle liste, nel corso della quale a spiccare, più che i nuovi arrivi, sono state le assenze, a gettare altra benzina sul fuoco è una...

L’AQUILA. Non rientra lo scontro nel Pdl. Dopo la presentazione delle liste, nel corso della quale a spiccare, più che i nuovi arrivi, sono state le assenze, a gettare altra benzina sul fuoco è una lettera che Massimiliano Pieri, componente autosospeso del direttivo provinciale, ha inviato a Gianni Chiodi. «Dal 6 aprile lotto per la mia città ritenendo inaccettabile che il Conte di Celano (Pic cone) venga all’'Aquila per nominare e presentare vassalli e vicari. Nutro il massimo rispetto e stima per Guido Liris, a cui auguro buon lavoro, ma ricordo che le regole e gli statuti sono stati concepiti proprio per arginare il dispotismo feudale. Il Conte di Celano, dopo aver reso le liste del partito impresentabili, sia per L’Aquila che per gli aquilani, si è permesso anche di venire qui a casa nostra a prenderci per fessi. Noi non siamo sciocchi e se non fosse per quanto di buono il presidente Berlusconi ha fatto nel post-sisma, il Pdl rappresentato da questa classe dirigente non meriterebbe alcuna considerazione. Mi riferisco a una certa parte della classe dirigente del partito, poiché l'altra rappresentata da Gianfranco Giuliante sta funestando L’Aquila da anni e sta distruggendo il Pdl come a suo tempo ha fatto con An. Signor Presidente», prosegue Pieri, «non ho potuto dire pubblicamente queste parole a causa dell’influenza che mi ha colpito, mentre Giuliante non ha partecipato per difendere la sua poltrona da assessore regionale e il buon Magliocco idem. Le chiedo perché non decide di prendere in mano la gestione del partito, facendo una battaglia politica sia contro il Conte di Celano, per estrometterlo da coordinatore regionale, che contro Giuliante cacciandolo dalla sua giunta. Se lei avrà la forza per avviare il cambiamento politico necessario io sarò al suo fianco... e scoprirà che a tante donne e uomini abruzzesi non piace la politica fatta in scia, feudale e poltronistica».

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