La grande bellezza: riapre il Museo

Il ministro Franceschini sabato inaugura i locali dell’ex Mattatoio, selezionate oltre cento opere prima ospitate al Castello

L’AQUILA. La grande bellezza, aquilana e abruzzese, ritrova casa. Oltre cento opere d’arte, molte delle quali danneggiate dal terremoto e opportunamente restaurate, che prima erano ospitate nei bastioni del Castello cinquecentesco, abiteranno, ora, nel vecchio Mattatoio, in quello che è ritenuto il cuore della fondazione della città, il Borgo Rivera e le sue Acculae (“piccole acque”). E così, il Trittico di Beffi e la Madonna di Lettopalena, il “Cristo e l’adultera” di Mattia Preti e la Madonna de Ambro si specchieranno nella Fontana delle 99 Cannelle, divenendone i nuovi dirimpettai.

L’inaugurazione del Munda (Museo nazionale d’Abruzzo) è fissata per sabato alle 11. Sarà il ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini a tagliare il nastro insieme al presidente della Regione Luciano D’Alfonso, al sindaco Massimo Cialente, all’arcivescovo Giuseppe Petrocchi, al segretario generale Mibact Antonia Pasqua Recchia, al direttore del Polo museale d’Abruzzo Lucia Arbace.

Per la città, al volgere di un anno trascorso tra i soliti (tanti) affanni e le inusuali (poche) boccate d’aria, dall’Adunata nazionale degli alpini alla rassegna jazz, tanto per citare le principali, è un evento. L’ex Mattatoio comunale – completamente ristrutturato con tecnologie antisismiche – non avrà più le bestie appese ai grossi ganci del soffitto, ma sarà la nuova culla di oltre cento opere d’arte tra le più note del Museo nazionale d’Abruzzo. L’intervento di restauro e di funzionalizzazione del complesso edilizio è stato interamente assunto dallo Stato per il tramite del ministero attraverso Invitalia, nell’ambito del progetto Mumex, i grandi musei attrattori del Mezzogiorno d’Italia.

Le opere scelte, e trasferite dal Castello, sono di diverse epoche e tipologie (reperti archeologici, sculture lignee e dipinti fino al XVIII secolo) rappresentative della varietà e qualità delle collezioni del museo e identitarie della storia e della cultura dell’intera regione. Il progetto, oltre ad adottare soluzioni di allestimento innovative sul piano della prevenzione rischi, con apposite piastre, si è ispirato a criteri museografici moderni, volti a valorizzare sia la dimensione narrativa del percorso, sia i collegamenti dei beni con le chiese, i monumenti e in generale il patrimonio culturale del territorio.

Ci saranno alcune delle più belle e antiche Madonne d’Abruzzo, come quella di Lettopalena del XII secolo e la Madonna de Ambro della prima metà del XIII secolo, e capolavori noti come il Trittico di Beffi e il “Cristo e l’adultera” di Mattia Preti. Numerose le opere esposte che, recuperate tra le macerie, hanno trovato nuova vita dopo i danni del terremoto grazie ad attenti restauri, ai quali hanno contribuito anche istituzioni estere e soggetti privati, come il duecentesco “Cristo deposto” proveniente dal Duomo di Penne, che in occasione del sisma era precipitato rovinosamente con gravissime conseguenze; o come la “Pala con la Madonna e santi” di Giovanni Paolo Cardone, proveniente da una distrutta chiesa cappuccina, per il restauro della quale è stata messa a punto una nuova metodologia di distensione della tela. Opere che potranno specchiarsi nelle acque della Rivera.

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