La neurochirurgia fa miracoli

Paziente torna a muoversi con un’innovativa protesi.

AVEZZANO. Una innovativa protesi cervicale, in metallo e in plastica, consente a un paziente di 40 anni di tornare a muoversi normalmente ad appena tre giorni dall’operazione. L’intervento chirurgico, inedito in Italia, è stato portato a termine dall’équipe del reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Avezzano.
Il paziente marsicano soffriva da tempo di una grave degenerazione di un disco intervertebrale cervicale che gli impediva di svolgere una vita normale. «L’impianto di questa protesi cervicale, in materiale sintetico plastico e metallico», ha affermato il neurochirurgo Roberto Mastrostefano, responsabile del reparto, «è stato realizzato per la prima volta in Italia.

Questa particolare protesi viene prodotta in Francia e qui viene utilizzata da qualche mese». L’intervento ha permesso all’uomo di riprendere la normale attività motoria molto velocemente.
«A distanza di soli tre giorni», ha sottolineato Mastrostefano, «il paziente stava bene ed era in grado di muoversi e di provvedere a se stesso autonomamente, mentre il quarto giorno è tornato a casa guarito».

L’intervento, durato circa due ore, è stato eseguito anteriormente, all’altezza del collo. L’innovazione consiste nel fatto che fino a oggi veniva utilizzato come protesi un semplice tassellino. Ora le doppie ali della nuova protesi danno una stabilizzazione maggiore alla colonna, come ha spiegato Mastrostefano.

Un altro importante risultato che conferma i traguardi raggiunti dall’unità operativa avezzanese. Anche nei giorni scorsi è stato eseguito, nei confronti di un giovane infortunato a Ovindoli dopo una caduta dalla motoslitta, un importante intervento alla colonna vertebrale. Dopo essere stato trasportato all’ospedale di Avezzano, al giovane è stata diagnosticata una frattura della terza vertebra cervicale, con scoppio del disco tra la terza e la quarta vertebra, con compressione del midollo e delle radici nervose. È stato così sottoposto a un intervento molto delicato, protrattosi per diverse ore e in due fasi.

Prima per via posteriore, con ablazione della parte di vertebra fratturata per decompressione delle strutture nervose e stabilizzazione con viti e staffe in titanio. Subito dopo i medici sono intervenuti anteriormente, con il trapianto del disco con una protesi in materiale plastico riempito di osso. «Così il paziente è tornato a muovere gli arti superiori», ha affermato Mastrostefano. Due operazioni che dimostrano come l’innovazione tecnologica e la ricerca scientifica, applicati alla chirurgia possano portare all’eccellenza.