La rettrice: «Bisogna uscire dalla dimensione sisma»

Il presidente Marotta concorda con l’analisi del noto giornalista: «La nostra città è splendida, dobbiamo riconquistarla»

L’AQUILA. «Paolo Mieli ha ragione: basta piagnistei, andiamo avanti».

Il presidente dell’Accademia di Belle arti dell’Aquila Roberto Marotta commenta così le dichiarazioni del noto giornalista, ieri in città per la prendere parte all’inaugurazione dell’anno di studi 2016-17 dell’Accademia.

«Bisogna avere fiducia nel futuro», ha detto l’ex direttore del Corriere della Sera. «Non ci si può sempre lamentare, fare il piagnisteo, perché penso che il resto d’Italia, se derubrica tutto al pianto dell’Aquila, volta pagina, metaforicamente parlando, e non sta neanche più a sentire».

Parole che mettono d’accordo anche la rettrice Paola Inverardi, che ieri ha partecipato all’inaugurazione. «Ritengo che abbia ragione a dire che non bisogna parlare solo di terremoto, altrimenti il rischio è che questa realtà ci si infili dentro e non esca più».

MAROTTA. «L’Aquila deve convivere con due realtà: il terremoto e la neve. Si tratta di un territorio ad alto rischio sismico. Dobbiamo farcene una ragione e comportarci di conseguenza: tutti gli immobili devono essere antisismici: le scuole, le università, gli uffici pubblici, le abitazioni», spiega il presidente, che poi aggiunge. «Quest’enfatizzazione mediatica del terremoto e delle sue conseguenze non ci fa bene: rischia di distruggere una città e le sue attività economiche. Dopo quello che è successo con le note della commissione Grandi rischi, le nostre attività sono in ginocchio. I cittadini hanno paura di restare all’Aquila. Questo non va bene: si tratta di una città splendida, che tornerà tale. Dobbiamo riconquistarla, facendoci forza e non certo piangendoci addosso. Basta con i piagnistei, andiamo avanti».

INVERARDI. «Bisogna uscire dalla dimensione terremoto», ribatte Inverardi. «Come ha detto Mieli, non possiamo essere sempre il luogo del terremoto e non è in questa direzione che va declinato tutto. È giusto recuperare una dimensione di distanza da questo fenomeno e avere uno sguardo più distaccato. Questa esperienza non può annullare le altre». La rettrice conclude: «La percezione di chi è fuori da questo territorio deve aiutarci in tal senso. Noi, invece, dobbiamo dare il nostro contributo oggettivo alle realtà che in Italia stanno vivendo la stessa esperienza che abbiamo vissuto nel 2009. Abbiamo avuto tanto, adesso dobbiamo restituire. D’altra parte siamo in una posizione più favorevole rispetto ad altre zone del Centro Italia. Non capisco di cosa dovremmo lamentarci. Se il terremoto continua a essere predominante sul resto, non ci sarà più normalità. La nostra esperienza dev’essere preziosa per gli altri: abbiamo il dovere di condividere quello che sappiamo sul tema». (m.c.)

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